Il presidente Mirri presenta i piani futuri.
Il sindaco Orlando: “Stiamo lavorando in maniera che questa società possa gestire ancora il Barbera”.
Questo il titolo del Corriere dello Sport, oggi in edicola
Il Palermo va oltre le liti, la frizione con Di Piazza resta ma l’obiettivo adesso torna a concentrarsi su un progetto sportivo che si compone di molti aspetti e per cui l’unica cosa che non serve è accapigliarsi su questioni che non portano alcun vantaggio alla società. Inizia così l’articolo di Paolo Vannini che riporta la conferenza stampa di ieri pomeriggio a cui ha preso parte anche il sindaco Orlando che ha ribadito i termini per la concessione del diritto di superficie dello stadio.
Diretto nei confronti del socio Di Piazza, il presidente Mirri ha spiegato anche diversi dettagli del rapporto con l’ex vice presidente, garantendo comunque che nulla potrà incidere sull’operatività della società che rimane una casa di vetro, dove tutto è sotto gli occhi di tutti, con trasparenza.
“Di Piazza entro domani sottoscriverà l’aumento di capitale, ne sono certo. Un suo disimpegno? No, ha continuato a confermare il proprio apporto in assemblea e io gli credo. Diversità di vedute? In 10 mesi l’unica volta che una decisione è stata presa a maggioranza e non all’unanimità è stata per il premio finale ai giocatori che lui non voleva ma io ritenevo giusto. Accordi iniziali che sono stati disattesi? Quando abbiamo firmato, Di Piazza era assistito da uno studio legale di alto livello e lo stesso Paparesta, che è dottore commercialista, tutelava i suoi interessi. Ognuno resta nella propria posizione, lui certe cose le vive da lontano. Però sono certo che non ci siano progetti oscuri alle spalle. Tacopina? A gennaio dissi che non ero interessato a trattare con lui o con suoi amici, e comunque escludo che Di Piazza voglia lasciare la società, gli impegni li ha assunti 10 mesi fa, soprattutto di fronte alla città e li manterrà. Non credo voglia vendere, in caso io ho un diritto di prelazione. E non sono disponibile a trattare il mio 60%, semmai è esattamente l’opposto”.
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