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Io non dimentico, 13 maggio 2019: Palermo in C, Venezia salvo

È passato poco più di un anno dalla sentenza emessa dal Tribunale Federale che, stravolgendo la classifica del campionato di Serie B, retrocedeva il Palermo in Serie C e salvava il Venezia senza la necessità di effettuare i playout.

La notizia arrivò come una mazzata tremenda sul capo di tutti i tifosi rosanero, che rimasero ulteriormente feriti dalle parole dell’allora Presidente del Venezia calcio, Joe Tacopina. Senza nessun pudore Tacopina manifestava tutta la sua soddisfazione di veder salva la sua squadra, usando parole durissime che non tenevano alcun conto del dolore dei tifosi del Palermo, vittime incolpevoli di quanto stava accadendo:

“Non posso negare che l’ipotesi di essere salvi senza disputare i playout ci fa tirare un gran sospiro di sollievo – dichiarò Tacopina sul sito ufficiale del Venezia. Oggi la giustizia sportiva ha condannato i Rosanero alla retrocessione. Ogni altra sentenza incoraggerebbe i club a non rispettare le norme e questa è una cosa che il mondo del calcio, così come una società civile non si possono permettere”

L’U.S. Città di Palermo fece ricorso ed il 29 maggio la Corte d’Appello accogliendo parzialmente l’Istanza, salvò il Palermo dalla retrocessione penalizzandolo di 20 punti e decidendo per la disputa dei playout tra Venezia e Salernitana.

“Sono disgustato – tuonò Tacopina –  Il Palermo ha barato e ce lo ritroviamo ancora in B. È assolutamente uno schifo giocare una partita così in questo momento della stagione. Un mese fa abbiamo ricevuto un comunicato in cui ci avevano detto che il Venezia era salvo. Balata ha detto più volte sottolineandolo che è un avvocato e che conosce le regole, ma in questo periodo ha dimostrato di non saper applicare il regolamento che lui stesso ha approvato. Io ho dedicato la mia vita per il movimento calcistico italiano, sono qui da tanti anni, la situazione è nella completa illegalità, stiamo giocando due partite che non dovevamo giocare. Il Palermo ha barato e commesso illeciti ripetuti e non è stato retrocesso, ce la ritroviamo qui ancora in B. Non merita di restare in serie B.”

L’U.S. Città di Palermo non rimase in serie B perché molto semplicemente non fu iscritto al campionato. Probabilmente lo sapevano tutti che sarebbe finita così. Solo gli ignari tifosi sperarono fino alla fine che l’ignobile pagliacciata messa in scena da Arkus e dal suo impareggiabile vate Salvatore Tuttolomondo non fosse puro teatrino.

Il 12 luglio 2019 il consiglio federale della Figc, a fronte delle valutazioni della Covisoc, decretò l’esclusione dal campionato di Serie B del Palermo per inadempienze amministrative. Al posto della squadra rosanero venne ripescato il Venezia che, nel frattempo, aveva perso i playout contro la Salernitana

Tacopina dichiarò sul sito ufficiale del Venezia:

“Siamo dove meritiamo di essere. Ci avrebbero solo privato di quel che ci spettava. Voglio ringraziare tutti coloro che in questi mesi hanno lavorato strenuamente per difendere gli interessi del nostro club. I nostri avvocati, i miei manager, i miei partner, i nostri tifosi che ci sono sempre stati vicini, credendo sempre in questa riammissione e la Figc che ha premiato l’onestà e la correttezza”

 Nessuno nega le gravissime inadempienze dell’U.S. Città di Palermo, né quelle di Maurizio Zamparini, Arkus e dei Tuttolomondo. Ma è altrettanto vero che il Venezia, benché ne dica Tacopina, aveva meritato la retrocessione sul campo, mentre sempre sul campo il Palermo era stato ad un passo dalla serie A.

Questa è una verità incontrovertibile, come è altrettanto lapalissiano che tutto il livore cieco e furioso che i tifosi rosanero si sono visti scaraventati addosso in quei giorni tremendi che hanno preceduto la morte dell’U.S. Città di Palermo, oggi non può essere cancellato con un colpo di spugna.

Delle dichiarazioni di questi ultimi giorni del sig. Tacopina, ne facciamo volentieri a meno.
“Chi ama il Palermo, lo ama per sempre” ha detto qualcuno. E chi ha fatto del male al Palermo, in qualsiasi modo e in qualsiasi momento, non merita nessuna considerazione. Solo l’oblio ed un monito di memoria perpetua, perché di chiacchiere a Palermo se ne sono sentite già tante e spazio per altri imbonitori non ce n’è più.
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