Il titolo nasce da una considerazione: non si può andare avanti così. Si crea un danno d’immagine che va oltre i confini palermitani. Perché se a Palermo sappiamo di cosa si parla, ne conosciamo anche i dettagli ed il danno può essere relativo, fuori Palermo l’immagine che viene fuori è più generica e viene tradotta come una sommaria ma clamorosa lite fra due soci uniti da poco.
Se operativamente e quindi calcisticamente i danni possono essere limitati, se non nulli, in fatto di immagine è bene finirla qui. Dopo un’assemblea, una conferenza stampa e un comunicato dall’America, s’è ampiamente capito che margini per ricucire lo strappo non ce ne sono. Anzi, la frattura sembra acuirsi perché ogni giorno si arricchisce di nuove notizie.
Troppe occasioni sprecate, meglio pensare ad altro e ad altro significa solo che Di Piazza venda le quote. Lo ha ribadito nel comunicato di ieri sera e Mirri, mercoledì, ha fatto sapere che eserciterà sicuramente il diritto di prelazione. Quindi la strada è segnata e prima si fa e meglio è per il bene e l’immagine del Palermo.
Di Piazza vuole vendere, Mirri dice che sarà lui il compratore. Mettete nero su bianco e cominciamo a pensare solo al pallone, allo stadio ed al centro sportivo. Anche perché la serie C è ben altro e più impegnativo campionato rispetto alla D ed il Palermo lo deve vincere o almeno provare fortemente a vincere. E serve serenità.
Resta da capire quanto potrebbe costare a Mirri acquisire quel 40% di quote che appartengono all’imprenditore italo americano.
E non è difficile capirlo, almeno nelle grandi linee. Il Palermo, e non è un mistero, ha un valore di circa 6,8 milioni di euro. Con il bonifico arrivato oggi, il totale dei versamenti effettuati da di Di Piazza ammonta a circa 2,7 milioni di euro.
Eccola la cifra che dovrebbe spendere il presidente Mirri se volesse, come sembra, acquisire anche il 40% delle quote dell’italo americano.
Né più ne meno ed anche l’ipotesi di un possibile piccolo utile da parte dell’ex vice presidente, sarebbe da escludere. Insomma se Di Piazza vuole davvero vendere non potrà che chiedere solo la stessa cifra uscita finora a meno che non ha pronto un asso nella manica disposto a fargli guadagnare anche qualcosina. Ma anche in quel caso, il diritto di prelazione, resterebbe sempre del presidente Mirri.
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