Mirri a Torretta con i tecnici del Comune: la cittadella con tre campi di calcio, palestra e spogliatoi renderebbe la società più solida e appetibile. L’ex vicepresidente deve decidere se parteciperà all’investimento.
Il progetto meno impegnativo di quello voluto da Zamparini è firmato dallo stesso architetto che collabora col club.
Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola.
Dotare il Palermo di un centro sportivo di proprietà è uno degli obiettivi principali del club. Ma la strada che porta alla realizzazione del progetto non è facile da percorrere come sembra.
Inizia così l’articolo di Valerio Tripi che sottoline come dotarsi di un centro sportivo farebbe crescere il valore della società e diventare più appetibile in futuro per eventuali nuovi investitori.
Ma anche a Torretta sembra siano sorti problemi di tipo burocratico e la società non esclude dunque altre due ipotesi, sempre fuori città: Monreale e Piana degli Albanesi. Sul terreno di Torretta ci sono dei vincoli e ciò richiederebbe una deroga o una variante urbanistica ma il Comune è stato commissariato perchè sciolto per motivi di mafia .
A proposito del costo, c’è l’idea di un budget, ma non c’è ancora un progetto vero e proprio con stime di spesa per la realizzazione dell’opera. Il motivo è semplice: senza l’area, senza il tipo di intervento e senza il progetto esecutivo è difficile fare stime precise, scrive Tripi che sottolinea un raffronto con il progetto di Zamparini che prevedeva circa 15 milioni di spesa. Ma era molto più grande…sei campi da calcio regolamentari, spogliatoi, una foresteria, uffici, spazi per l’attività giornalistica, un ristorante e negozi per il merchandising. Un progetto faraonico rispetto all’idea più snella che ha il nuovo Palermo.
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