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Coronavirus, in Sicilia errore di calcolo nei bollettini regionali: “I contagiati sono meno della metà”

Coronavirus bollettino

A lanciare l’allarme su un presunto, se non certo errore di calcolo nell’emissione dei bollettini regionali è Bruno Cacopardo, direttore dell’Unità operativa Malattie infettive al Garibaldi di Catania e membro del Comitato tecnico-scientifico per l’emergenza epidemiologica istituito dalla Regione che afferma:

In Sicilia la quota di persone ancora positive a SarsCov-2 è meno della metà rispetto a quella indicata nei bollettini dell’emergenza“.

Gli attuali malati infatti 805, di cui 777 in isolamento domiciliare, sembrano troppi rispetto al reale decorso della malattia. E che collocherebbe addirittura la Sicilia al quarto posto per numero di pazienti in isolamento domiciliare, dopo Lombardia, Piemonte ed Emilia Romagna, scavalcando addirittura il Veneto.

Mentre nelle vicine regioni del Sud, come Puglia e Campania, con infezioni in più rispetto alla Sicilia registrerebbero, secondo quanto riporta il Giornale di Sicilia, rispettivamente 276 e 208 pazienti in isolamento domiciliare.

Come si può spiegare tutto ciò? Ci prova appunto Cacopardo: “Il dato siciliano, sottolinea Cacopardo, ha incuriosito anche me e alcuni miei colleghi del Nord con cui mi confronto periodicamente, ma dietro non c’è una motivazione scientifica, bensì un mero errore di calcolo, dovuto a due fattori. Il primo: le cifre degli attuali malati non vengono aggiornate costantemente, causando così uno sfasamento temporale rispetto ai pazienti reali, che sono parecchi di meno. Il secondo: molte volte il malato «raddoppia», viene conteggiato due volte, una dall’ Asp, l’altra dall’ospedale in cui è stato effettuato il tampone. È un problema provinciale più che regionale.Manca il controllo incrociato nei territori, perlomeno a Catania, dove gli attuali malati, conteggiati in 397, saranno poco più di 16. Ma credo che il problema riguardi anche altre province, e probabilmente il numero di pazienti è meno della metà di quello indicato. Ho già allertato l’Osservatorio epidemiologico regionale, sono certo che nelle prossime ore allineeranno i dati“.

I dati certi possono essere quelli che fotografano la fase 2, dal 18 maggio in poi, ad eccezione della prima settimana, i nuovi casi si sono contati sulle dita di una mano, registrando anche 0 casi in alcuni giorni.

Cifre e trend che, tradotti in concetti, spiega Cacopardo, ci dicono che, da quando è finito il lockdown, il temuto rimbalzo della curva non c’è stato e non ci sarà, perché dall’inizio della fase 2 abbiamo già superato il doppio del tempo di incubazione del virus».

Possiamo pensare a due ipotesi epidemiologiche aggiunge quindi Cacopardo sulle pagine del Giornale di Sicilia:

O il Coronavirus è già declinato in fase endemica, oppure è diventato più «buono», meno patogeno, o quantomeno stabile, modificando le proprie caratteristiche. Se vale questa seconda ipotesi, potrebbe aumentare la vera criticità del momento, cioè la quota di asintomatici, anche se ho qualche dubbio sulle loro capacità di trasmettere il virus. In ogni caso, sarà importante continuare a seguire le regole di profilassi“.

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