L’odissea di Decathlon: il Comune ha respinto dopo 17 incontri il progetto da 20 milioni che avrebbe portato cento posti di lavoro. Cosa c’è dietro la lentocrazia degli uffici.
Una sfilza di richieste di pareri prima di stabilire la “non compatibilità urbanistica” del piano sull’area ex Coca Cola.
Organici senza tecnici, un’inutile task force, la paura dei burocrati di firmare. Una montagna di arretrato da smaltire.
24 i mesi trascorsi- La pratica che riguarda Decathlon è rimasta per due anni negli uffici del Comune.
20 i milioni persi – L’investimento proposto da Decathlon.
100 posti di lavoro – L’occupazione prevista nel piano bocciato dal Comune.
1000 le pratiche – Il Suap del Comune ha un arretrato di mille pratiche.
Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola.
La paura non è soltanto che il colosso Decathlon – che aveva promesso un investimento di 20 milioni e 100 posti di lavoro – abbandoni per sempre la prospettiva di aprire a Palermo. Ma è soprattutto quella che anche altri grossi investitori possano rinunciare all’idea di mettere radici in città. Più del no all’apertura del punto vendita del colosso di abbigliamento sportivo all’interno dell’ex stabilimento Coca cola di Partanna Mondello, a pesare è il tempo trascorso tra la presentazione dell’istanza e la risposta. Due anni.
Questa l’apertura dell’articolo di Sara Scarafia che sottolinea la gravità della risposta del Comune di Palermo anche in considerazione del fatto che a Palermo non si riesce a far ripartire le attività produttive.
La ricostruzione dell’iter burocratico fino al no di ieri.
I 17 incontri prima del no- La proposta per l’apertura di Decathlon al posto della ex Coca Cola viene presentata a maggio del 2018. L’area ricade in una zona D1 dove non sono consentiti cambi di destinazione d’uso per attività commerciali ». Perché ci sono voluti due anni per dire di no? la cassa edile teme la fuga degli investitori: « Quale azienda italiana o straniera valuterà mai di investire nella nostra città? »
Al momento al Suap non giace nessuna pratica di peso: tra 35 permessi di costruire che l’ufficio sta esaminando, ha esaminato o deve esaminare le più grosse sono le richieste della catene Lidl e di Eurospin. Nessuna proposta del peso di Decathlon e nessuna traccia di Ikea che, dicono al Comune, avrebbe più volte sondato il terreno senza mai avanzare una proposta concreta, questa una sintesi dell’articolo di Sara Scarafia.
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