Dopo il no secco dell’amministrazione comunale della costruzione del colosso dell’abbigliamento sportivo nell’area dell’ex stabilimento della Coca Cola a Partanna Mondello, questo si dimostra ancora interessato ad investire proprio a Palermo:
“Rinnoviamo il nostro interesse a raggiungere gli sportivi palermitani con uno o più punti vendita“. Contestualmente al rifiuto dopo due anni di attesa, come riporta Repubblica, dal Comune non sono arrivate proposte per alcuna alternativa. Da Leoluca Orlando però e dall’assessore comunale Piampiano provengono però segnali di conciliazioni volti al dialogo con l’azienda, c’è la volontà di trovare una nuova area.
“Apprendiamo– dice Orlando- che la società Decathlon ha confermato il proprio interesse ad avviare la propria attività commerciale nella nostra città, fatto questo che non può non essere ben visto dall’amministrazione. Ma è fondamentale che tutti abbiano chiaro il quadro normativo entro cui le proposte possono essere valutate“.
Sono poche le aree disponibili in città per avviare esercizi commerciali senza avventurarsi in una variante per le “Dl”, escluse per gli investimenti a fini commerciali, molte di queste aree sono già occupate come l’area che include il centro commerciale Forum o quella che a Cruillas dovrebbe vedere la realizzazione di un discount alimentare Eurospin.
Di 215 ettari, disponibili ce ne sono circa 180, in zone tutte di privati come viale Michelangelo, via Erice a Borgo Nuovo, via Magnisi e viale della Resurrezione a Pallavicino, via Palmerino nella zona di Viale Regione Siciliana dopo Corso Calatafimi.
I tempi sono abbastanza lunghi e devono anche essere zone appetibili per un colosso come Decathlon che punta in zone visibili dalla strada in cui collocare totem e servizi con un ampio parcheggio come riportato da Repubblica.
Interviene anche il presidente di Confindustria Palermo, Alessandro Albanese: “Una proposta politica doveva arrivare, non si può bloccare il progresso. Nel caso di Decathlon si è scelto di dire no. Altre volte i cambi di destinazione d’uso si sono fatti. Il Comune, sia il Consiglio che gli uffici avevano il dovere di avanzare un’alternativa. E di certo non si possono aspettare due anni. Perdere un investimento del genere significa non rendere competitiva Palermo rispetto ad altre città“.
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