È filato via senza scossoni il consiglio d’amministrazione del Palermo di ieri. .. i propositi bellicosi hanno lasciato spazio alla dialettica fra soci …
Inizia così l’articolo di Valerio Tripi su Repubblica, oggi in edicola.
I temi affrontati ieri erano quelli all’ordine del giorno: Di Piazza aveva delle osservazioni da muovere a Sagramola che ha risposto mostrando una sua relazione in cui erano contenuti contratti firmati, delibere assunte dalla proprietà e scelte concordate con gli azionisti
Nonostante alcune perplessità che sarebbero rimaste all’ex vicepresidente, il cda ieri ha deliberato l’aumento delle deleghe a Sagramola per operare nella normale amministrazione del club, portando la sua libertà di manovra da 100 mila a 600 mila euro, scrive Tripi.
Sul centro sportivo, tema al centro del progetto della nuova società, Di Piazza si è preso ancora qualche giorno prima di pronunciarsi sulla sua partecipazione o meno, restando ferma la sua volontà di cedere le quote.
Ma ieri non si è parlato di cessione del 40% di proprietà di Di Piazza, argomento che i legali stanno valutando dal punto di vista formale e cioè su come si possano trasferire ad un nuovo compratore, assodato che la famiglia Mirri ha il diritto di prelazione.
Al di là dei contrasti fra i due soci, la stagione del Palermo è blindata dagli accordi e dalla cassa del club già finanziata da Mirri e Di Piazza: per provare a vincere il campionato di C si potrà contare su una stima di fatturato da 10 milioni di euro, 4 milioni di spese e un budget operativo da 6 milioni di euro, scrive Tripi in conclusione di articolo
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