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Palermo, braccio di ferro con Mirri. Lo “zio d’America” prende tempo

Palermo

Ancora 24 ore per sapere se Di Piazza, che si è dimesso dalle cariche nel club rosa, parteciperà al progetto di costruzione del nuovo centro sportivo. Intanto ha messo in vendita le sue quote ma le offerte sono inadeguate.
Piana e Torretta in lizza per la realizzazione dei nuovi campi di allenamento. Ma resta il rebus dei fondi.

Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola

Ancora ventiquattr’ore. Tony Di Piazza scioglierà entro domani la sua riserva sulla partecipazione al progetto per la realizzazione del centro sportivo del Palermo.
Inizia così l’articolo di Valerio Tripi che puntualizza la scadenzi di domani, giorno in cui Di Piazza farà sapere le sue intenzioni rispetto a partecipare o meno alla costruzione del centro sportivo.
L’impressione è che con o senza Di Piazza la famiglia Mirri (cioè i soci di maggioranza) vadano avanti lo stesso nel progetto che faceva parte dei programmi iniziali della nuova società. Resta da capire dove realizzarlo: Torretta si fa preferire a Pina per un problema di vicinanza e proprio con l’amministrazione comunale di Torretta si sono intensificati i contatti: chiesti alcuni preventivi a ditte specializzate per pianificare il tipo di investimento. Anche la questione dei vincoli sui terreni nella zona di Parco degli Ulivi dove dovrebbe sorgere il centro sportivo non sembrerebbe poi così difficile da risolvere, nonostante lo spauracchio degli ostacoli burocraticiscrive Tripi.
In ballo anche Piana degli Albanesi e ieri il sindaco e due Assessori si sono presentati in viale del Fante per chiarire ulteriormente ciò che il comune potrebbe mettere a disposizione del Palermo in fatto di strutture. Il Palermo è stuzzicato dalla prospettiva progettuale ma resta il nodo logistico.
Sul tema cessione quote di Di Piazza, l’italo americano conferma la sua intenzione e l’idea che la sua parte di Palermo sia in vendita ha effettivamente attirato richieste di informazioninessuno però sembra disponibile a trattare sul prezzo, ma tutti sarebbero orientati, a rilevare le quote a prezzo di costo in base a quanto investito fino ad ora: in pratica con poco meno di tre milioni pensano tutti di diventare proprietari del quaranta per cento del Palermo, scrive Tripi in conclusione di articolo.
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