Rosa, patti (poco) chiari. Il contrattacco di Di Piazza affidato a una scrittura privata.
L’avvocato dell’italoamericano: previsto il voto unanime.
Serie C, prosegue la guerra fredda all’interno di Hera Hora.
Palermo, tra i soci è sempre più gelo: «Mirri e Di Piazza, i patti erano altri».
Parla il legale che ha assistito l’italo-americano: «Voto unanime previsto in una scrittura privata».
Screzi già ad agosto: «La decisione sullo sponsor tecnico presa senza avvertire, Paparesta ai margini».
Questo il titolo del Giornale di Sicilia, oggi in edicola
Una frattura nata già ad agosto. Il matrimonio tra Mirri e Di Piazza, a dispetto degli auspici iniziali, si è rivelato ben presto un rapporto conflittuale.
Inizia così l’articolo di Benedetto Giardina che riporta le parole dell’avvocato Francesco De Martino, che ha assistito Di Piazza nel sottoscrivere gli accordi ed il legame tra i due soci. Una diatriba iniziata molto prima che venisse alla luce. La versione del legale di Di Piazza:
“Era previsto che sulle scelte più importanti, nella società ci fosse un’intesa unanime.. C’è una scrittura privata risalente a luglio con la quale le parti avevano convenuto tutti questi accordi. Questa scrittura privata sanciva inoltre l’ingresso di Di Piazza in Hera Hora, perché è con questo accordo che si è impegnato a versare ciò che ha versato. Era previsto un ruolo operativo per Paparesta, era previsto che nelle decisioni più importanti ci fosse un accordo tra tutti ed era previsto anche il ruolo di Sagramola, con un tetto di spesa oltre il quale sarebbe dovuto passare dal consiglio di amministrazione”.
lo statuto sociale di Hera Hora dice altro, dato che del ruolo di Paparesta non si parla e per le votazioni in assemblea è prevista la maggioranza, scrive Giardina ma l’avv. De Martino la pensa diversamente:
“La scrittura privata però non cessa di avere efficacia semplicemente è un altro accordo, precedente allo statuto e non derogato da quest’ultimo.
Circa il tema dell’unanimità, le parti ne avevano a lungo discusso e, attesa anche l’urgenza, avevano deciso di affrontarlo al momento del conferimento delle deleghe all’amministratore delegato. Così non è però stato fatto.
Due persone squisite così come il padre di Mirri. Con loro ho avuto rapporti cordialissimi. Sinceramente non avrei mai immaginato lo scenario che si è verificato, perché all’inizio erano tutti completamente d’accordo. Di Piazza ci teneva a dare un contributo alla sua terra d’origine, ma, da New York, non poteva avere la gestione quotidiana della società: per lui, Mirri era l’ideale. Inoltre Mirri aveva un background perfetto per il Palermo. Io e gli avvocati Maggio e Mazzarella ci siamo impegnati veramente tanto in vista della costituzione della società, perché l’operazione è nata pochi giorni prima del bando… Ho ascoltato la conferenza stampa del presidente Mirri e non mi aspettavo che sminuisse così le figure di Paparesta e Di Piazza. A mio parere ci vorrebbe più riconoscenza..”
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Foschi vuole la verità sul fallimento? Nie’ visto così fa già ridere.