Continua la telenovela stadio pur sapendo, tutti, che non potrà che avere una sola conclusione: l’accordo.Passano i giorni e nuovi capitoli si aggiungono, esattamente come una serie tv che ogni puntata inserisce nuovi personaggi.
Ma se per le serie tv spesso il finale è sconosciuto e imprevedibile, nel caso della concessione dello stadio Barbera non può che esserci una conclusione. Affidarlo al Palermo. E quindi mettersi d’accordo al più presto onde evitare la farsa di dover comunicare agli organi sportivi un campo per poi dire che è un altro. E per rispettare i termini previsti (29 luglio) e non partire con vecchie abitudini.
Però questa telenovela è servita anche per comprendere alcuni passaggi che qualche giorno fa ci sembravano sconosciuti come ad esempio capire come, attraverso quale criterio, si fosse stabilito che era giusto e adeguato un canone di 341 euro a stagione. Una cifra enorme per un club dilettantistico che solo adesso è arrivato fra i professionisti.
Conoscendo i criteri si capisce che eventuali paragoni con altri stadi (Foggia, Caserta, Messina) lasciano il tempo che trovano. Perché tutto parte dal valore dell’impianto ed il Barbera vale tanto, per fortuna.
Poi si applica il coefficiente previsto e per magia viene fuori la cifra che sappiamo. Una cifra oggettiva, su cui non si può discutere. Si può solo cercare di alleggerire attraverso altri canali. Una cifra altissima per la serie C. Ma quella è ed anche se è onestamente esagerata per un club di Lega Pro, su quella si deve discutere e ragionare. Ma non con spirito negativo e battagliero quanto piuttosto positivo e propositivo.
Se il comune non vuole perdere la faccia di fronte alla città, faccia proposte accettabili e percorribili. La società ascolti e proponga compromessi.
Si parla di sponsorizzazioni, di accollo dei lavori straordinari, di fondi di provenienza regionale. Su questi ultimi però bisognerebbe capire se sono un una tantum oppure annuali. E sappiamo pure quali sono i lavori straordinari da fare e dove intervenire.
Sedersi attorno ad un tavolo e venirsi incontro: senza protagonismi, appartenenze politiche o baratti di alcun tipo.
Basta schermaglie fittizie e strumentali: abbiamo capito. Se si voleva ribadire il ruolo fondamentale della politica, ne abbiamo consapevolezza. Ora basta, finiamola e torniamo a fare le persone serie.
Sedersi e trovare una soluzione: conviene a tutti perché tutti, nella remota ipotesi che la concessione non vada in porto, hanno qualcosa da perdere… e non solo la faccia.
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Con la vicenda dello stadio si rivaluta il pensiero di Zamparini, che lo stadio voleva costruirselo nuovo. Ritengo che la faccia il comune l’ha persa comunque finisca la storia. Chiedere a una società di calcio semi-professionistica una cifra del genere è esagerata e non rispecchia gli introiti che tale status calcistico permette. A volte (quasi sempre) la politica ha i paraocchi e non riesce a vedere al di là del proprio naso.