“SiciliaSicura”: è veramente così?

La Sicilia, meta turistica per eccellenza, negli ultimi giorni ha registrato diversi arrivi negli scali principali del territorio. Così, sono state prese diverse misure di prevenzione per contenere il più possibile il contagio da Covid-19. Vediamo i risultati.

Dagli ultimi controlli risulta che: sui mezzi di trasporto e in vari luoghi, la mascherina non viene utilizzata da passeggeri o clienti, piuttosto risulta che questa, viene indossata erroneamente perdendo la sua primaria funzionalità; l’app “SiciliaSicura” è stata scaricata da 123mila turisti, cioè meno della metà del complessivo totale di turisti arrivati negli ultimi giorni in Regione; inoltre i controlli non sono stati effettuati in maniera minuziosa soprattutto nei luoghi d’arrivo quali aeroporti e porti navali. L’unico controllo eseguito dall’Usmaf è stato la misurazione della temperatura corporea.

Per concludere, la Regione Sicilia ha fatto meno test rispetto a tutte le altre regioni italiane senza rendere obbligatorio il test sierologico.

Riportando tali notizie, risulta inevitabile che chi di dovere agisca in modo determinante per evitare nuovamente di creare nuovi focolai e tornare alla situazione di lockdown di qualche mese fa.

Sono necessari controlli in mezzi di trasporto, essenziale è l’utilizzo della mascherina in luoghi pubblici, specie in quelli affollati e soprattutto rendere l’ingresso in Regione più sicuro e selezionato.

Gli esperti ritengono che la Sicilia sia ormai Covid-free ma di fatto, con gli innumerevoli arrivi e con gli approssimativi controlli, rischia di far aumentare i contagi di gran lunga. Con il nuovo decreto emesso da Nello Musumeci, che rende obbligatori i test sierologici e la quarantena ai migranti, per coerenza sarà opportuno estendere tali provvedimenti a chi raggiunge la nostra isola con navi, aerei, treni e pullman.

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