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E’ bastato un “Che stai facendo?” per scatenare un’aggressione a sfondo razziale

La notte del 2 luglio scorso tre palermitani hanno aggredito, Al Capo, un giovane senegalese riempiendolo di botte e insulti. Si tratta di Claudio Lucania, Roberto Ventimiglia e Salvatore Ventimiglia, un trio con precedenti penali.

“Negro di m…, guarda che se voglio ti trovo a Ballarò”. Queste sono le parole utilizzate contro la vittima del pestaggio che è costato al giovane straniero un trauma cranico con emorragia cerebrale, diverse lesioni al volto e alle braccia. Non contenti, i tre ragazzi stavano per investirlo con una Mini Cooper rossa.

A distanza di tre settimane i residenti del Capo sono stati arrestati dai poliziotti del commissariato Centro coordinati dal sostituto procuratore Giorgia Spiri e dall’aggiunto Ennio Petrigni. I tre, devono rispondere di minaccia e violenza continuata e in concorso per aver agito con finalità di odio etnico razziale. Tutto ciò è stato ripreso da telecamere che hanno permesso di ricostruire agli inquirenti il fatto in maniera impeccabile.

Il 23enne senegalese, una volta uscito dall’ospedale, ha avuto il coraggio di denunciare l’accaduto alla polizia. Il 4 luglio scorso però, ha ricevuto nuovamente intimidazioni fisiche e morali dai due Ventimiglia. “Perché hai fatto la denuncia alla polizia – dice uno dei due –. Ti avevo detto di andartene e tu non mi hai ascoltato”. Dopo poco tempo i due tornano armati di spranga di 70 cm concludendo l’aggressione con “vieni con noi che ti facciamo vedere come funziona a Palermo”.

Ancora nel 2020 assistiamo a scene del genere che lasciano senza fiato chi legge. Forse sarà necessario avere un maggiore controllo in determinati quartieri della città in cui vige la legge “del più forte”. Questa è una delle tante storie che lasciano l’amaro in bocca; eventi che purtroppo sono difficili da contenere fin quando la mentalità del cittadino medio non cambierà.

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