Dati alla mano, la Sicilia rimane una della mete turistiche più ambite per questa stagione estiva. Il calo rimane, con cifre che si aggirano tra il 40 e il 50 % ma è inferiore al resto d’Italia.
L’Enit, Ente Nazionale Italiano del Turismo, stima un calo in Italia del 55 % del turismo, ma in Sicilia gli arrivi sono per lo più nei fine settimana con pochi stranieri, e molti italiani che hanno riscoperto la bellezza dell’Isola.
Un settore turistico, fortemente danneggiato dalla crisi post Covid ma che vede comunque dei segnali di speranza. Sono i numeri registrati negli aeroporti che fanno ben sperare: in questa ultima settimana l’aeroporto di Palermo ha registrato una media di 6.500 arrivi al giorno (lo scorso anno erano oltre 10 mila). A Catania la media degli arrivi giornalieri è intorno ai 9 mila, lo scorso anno era il doppio. Stesso trend a Lampedusa, dove lo scalo registra 3 mila arrivi a settimana, anche se la gran parte sono concentrati tra sabato e domenica quando atterrano ben 21 voli: anche qui in media i numeri sono la metà rispetto allo scorso anno.
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Una media che registra la metà rispetto allo scorso anno, anche sul fronte alberghi che però in alcuni casi ad agosto potrebbe sfiorare addirittura l’80 %. E’ un profilo preciso quello che si registra in queste vacanze: il turista che visita la Sicilia è italiano, preferisce il mare alla città e non ha un budget altissimo. A mancare quindi sono i turisti stranieri. E in alcune località pesa molto: basta guardare Cefalù e Taormina su tutte.
Ma non tutti concordano su una visione ottimistica, come esperti del settore che affermano che molte strutture saranno costrette a chiudere per via della crisi del settore.
“Stiamo limitando le perdite, di sicuro non possiamo parlare di guadagni. I danni dovuti al Covid sono profondi e avranno ripercussioni a lungo termine — racconta il presidente di Confesercenti Sicilia Vittorio Messina. Il bonus vacanze del governo sta dando una mano, anche se non tutte lo strutture lo accettano. Perché, parliamoci chiaro, saremo sommersi dal credito d’imposta e chiudendo con una perdita avremo ben poco da compensare“.
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Ma rispetto ad altre mete nazionali, Palermo, così come l’intera Sicilia soffrirà meno la crisi, sono sempre i numeri a testimoniarlo: Palermo registrerà un calo degli arrivi stranieri intorno al 56 per cento, mentre Roma arriverà a un meno 60 per cento, Venezia 61 e Firenze 64. Complessivamente poi, considerando arrivi stranieri e nazionali, a Roma, Firenze, Venezia il calo è tra giugno e luglio ancora tra il 70 e l’ 80 per cento, mentre in media nell’Isola è del 50 per cento.
Unica nota stonata: i biglietti aerei troppo cari per raggiungere l’Isola.
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