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Ancora a caccia del nuovo allenatore, il Palermo pensa di rinviare il ritiro

Gli allenamenti a Petralia dovrebbero cominciare il 17, ma prima la società vuole sciogliere il nodo del tecnico.
Attualmente in rosa ci sono solo tredici giocatori e non avrebbe senso iniziare a lavorare senza alcuni punti fermi.
Continua la trattativa con Boscaglia ma bisogna riempire anche diverse caselle nel gruppo di atleti.

Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola.

Un anno fa c’erano un allenatore, dieci calciatori e nove palloni. Ciononostante l’entusiasmo dei tifosi era alle stelle e a tenere a battesimo la prima seduta di allenamento del nuovo Palermo, a Petralia Sottana il 12 agosto 2019, c’erano oltre cinquecento tifosi.
Questa l’apertura dell’articolo di Valerio Tripi che puntualizza come l’attuale situazione potrebbe suggerire alla società di spostare il ritiro di qualche giorno anche per non sprecare risorse economiche nel rispettare i protocolli sanitari dettati dal coronavirus e che scatterebbero con l’inizio della preparazione: un tampone ogni 4 giorni e test sierologico ogni 15 giorni per tutto il gruppo, incluso staff tecnico e societario.

Il coronavirus ha cambiato il calcio e fino al 7 settembre gli allenamenti si potranno effettuare solo a porte chiuse, per cui, a differenza dello scorso anno, resta l’interrogativo di quando i tifosi potranno riabbracciare i loro beniamini.
Che per il momento sono soltanto in 13 e non avrebbe senso iniziare un ritiro anche senza tecnico visto che questo gruppo sta già svolgendo lavoro aerobico senza pallone.

La società ostenta ottimismo (anche Di Piazza) ma la fotografia del momento però, per chi è fuori dalla stanza dei bottoni, è quella di un club senza allenatore, che è in trattativa con alcuni tecnici, fra cui Roberto Boscaglia e Fabio Caserta, e che ha una rosa di tredici calciatori confermati dalla passata stagione, scrive Tripi che tracciando un parallelo con la scorsa stagione (Pergolizzi presentato il 5 agosto e inizio ritiro il 12) sottolinea come per la pandemia oggi tutto è cambiato tranne l’obbligo di vincere il campionato.

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