È finita la finale della 65esima edizione della Champions League tra PSG e Bayern Monaco, estro contro concretezza, fantasia contro pragmatismo.
Una partita equilibrata colma di episodi e in cui tutto il talento degli innumerevoli campioni presenti in campo è venuto fuori lasciando spazio a giocate aliene, di un altro calcio.
Da precisare che sia i francesi che i tedeschi avrebbero concretizzato l’ambizioso obiettivo del “triplete” vincendo la coppa questa sera : vittoria del campionato, della coppa nazionale e della coppa dei campioni.
Il Bayern però sigla un record che fa paura, avendo vinto tutte le partite (11) di questa competizione della Champions. Le disponibilità economiche e il talento manageriale della società bavarese hanno costruito una corazzata perfetta, un mix di talento fisicità e bel gioco.
Il PSG, forse nel complesso un gradino sotto e in partenza non favorita, ha cercato si superare le linee difensive dei Bayern Monaco grazie alle accelerazioni di Mbappe e Neymar, anche se il più pericoloso si è dimostrato essere Angel Di Maria con assist fuori dalla logica, che i compagni non hanno però concretizzato anche grazie alla prestazione da 9 in pagella di Manuel Neuer.
Poco incisivo il bomber polacco Robert Lewandowski, autore però di una stagione clamorosa con più di 50 gol all’attivo. Dalla parte dei parigini ancora una prestazione da professore dell’infinito Thiago Silva.
Con un gol di Coman su cross di Kimmich il Bayern si laurea campione d’europa per la sesta volta sette anni dopo l’ultima vittoria (contro i cugini del Borussia Dortmund).
Grande festa tedesca al triplice fischio dell’italiano Daniele Orsato e tante lacrime per i campioni francesi.
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