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Siamo in mezzo alla strada

Probabilmente noi palermitani pensiamo che sia un’espressione tipicamente locale. Ma non è così.
Certo, a Palermo si usa tanto e spesso, la prendiamo in prestito il più delle volte traducendola e usandola in siciliano che, diciamo la verità, suona meglio e rende meglio il concetto. Ma non si può usare come titolo di un articolo, suona male ed il mio editore me lo impedisce.
“Siemu nmezza a strata”.

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Vabbè, usiamo la versione in italiano e rifacendoci al dizionario dei modi di dire ci accorgiamo che l’espressione Essere in mezzo ad una strada, indica essere in condizione di grande disagio e povertà. Non avere i mezzi per sopravvivere oppure non avere un tetto sotto cui ripararsi.

Per raccontarvi questi primi giorni di ritiro mi è venuta in mente questa espressione. E c’è un motivo.
I maligni staranno pensando che faccio riferimento all’organico dei rosanero. Mi spiace deluderli ma non è così. Con qualche forte puntello, la squadra mi convince molto, a partire dal suo allenatore.
No, cari lettori il riferimento è proprio fisico. Siamo in mezzo alla strada è la situazione in cui il covid-19 ha relegato stampa e tifosi per assistere a questo ritiro blindato.
Ed allora, tornando al significato dell’espressione, calza a pennello perchè esprime il grande disagio e la mancanza di un tetto sotto cui ripararsi. Però c’è qualcosa di romantico; un ritorno ai tempi in cui i giornalisti si arrangiavano, scalavano collinette o scrivevano in situazioni molto complicate e di fortuna.

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In quasi 25 anni di ritiro, non avevo mi visto nulla di simile, ma nemmeno in 25 anni era scoppiata una pandemia simile. E non è colpa di nessuno paradossalmente. Ci perdiamo tutti: dalla stampa che deve lavorare in condizioni di emergenza, ai tifosi che non possono sedere sulle gradinate, alla società che non può avere il calore della sua gente. Perfino il baretto del campo ha dovuto riadattarsi in un bungalow del bosco che sovrasta il campo.

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Ed a proposito di boschetto, c’è quello spazio dietro le tribune che fa gola…e non è impianto sportivo. Chissà.
Un ritiro a distanza pur essendo sul posto. Un paradosso, come altri.
Le regole ci sono e vanno rispettate però a volte si assiste a scene in cui tutto diventa relativo.
Premesso che non è possibile blindare il pianeta e renderlo totalmente inattaccabile dal virus, nonostante norme e regole rigide, è inevitabile che qualcosa possa sfuggire. Insomma amici del Comitato Scientifico, potete scrivere trattati e capitoli di divieti, ci sarà sempre qualche contraddizione, qualche controsenso, qualche distanziamento non troppo distante. E’ inevitabile, è umano.

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