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Lancini: “A Palermo torno in B. Boscaglia? È un duro che emana umanità”

Il difensore ha avuto il tecnico a Brescia e Pescara.
“Il suo credo è giocare alti con le linee compatte”.
“A Novara Boscaglia per spronarmi mi diceva che ero scarso: da lì ho fatto il salto”.
“Non credo che servano i nomi nel calcio, ma la fame; i fenomeni stanno solo in Serie A”.

2 le reti segnate da Edoardo Lancini in 23 presenze in Serie D lo scorso campionato con la maglia del Palermo, 2,35 la sua media punti a partita.
Nato a Chiari (Brescia) nel 1994, Lancini cresce nel Lumezzane prima e poi nel Brescia, con cui debutta, nel 2014, in Serie B.
Nel gennaio 2017 passa in prestito a Novara, sempre in B. Poi altri due anni al Brescia, prima di passare al Palermo nell’estate 2019.
Nella scorsa stagione in D, 23 presenze e 2 reti.

Questo il titolo della Gazzetta dello Sport, oggi in edicola.

Tre anni da raccontare, uno ancora da scrivere e da vivere al massimo. Edoardo Lancini è cresciuto a pane e Boscaglia, ha lavorato con lui a Brescia e Novara, dove venne richiesto proprio dal tecnico, dopo averlo allenato la prima stagione con le Rondinelle.
Questa l’apertura dell’articolo di Fabrizio Vitale che intervista il difensore rosanero che, fra i rosanero, conosce meglio di tutti il nuovo mister Boscaglia:
“È stato il primo allenatore, quando avevo 20 anni, a credere in me. Grazie a lui sono cresciuto molto. Sono felice che sia venuto a Palermo, perché è molto bravo e si impara tanto… Riesce a esserti molto vicino fuori dal campo, ma poi chiede tanto nel lavoro ed giusto così… L’anno scorso avevamo la pressione di vincere a tutti i costi, è chiaro che in C l’avremo pure, ma non come un assillo… Voglio tornare in Serie B, questo è sicuro, l’ho lasciata perché ho voluto fare una scommessa venendo a Palermo. Penso di essere un giocatore che può stare in B e anche in A… Martinelli? Nei giorni in cui ha dovuto attraversare il calvario dei controlli clinici tra Genova e Milano, è stato molto duro anche per me, perché pensare di non poterlo avere più al mio fianco è stato difficile. Ho pianto, non me ne vergogno, perché è un amico vero. Adesso aspettiamo che ci venga a trovare”.

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