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Rischia di saltare la 1° giornata? Tra Ghirelli e l’AIC è guerra aperta. La situazione

Ghirelli

La 1° giornata del campionato di Serie C è prevista per Sabato e Domenica, rispettivamente 26 e 27 Settmbre. Il suo normale svolgimento è tuttavia in forte dubbio: il rischio, è quello che l’esordio venga rinviato di una settimana o chissà, forse due. I motivi? La Serie C è un campo di battaglia in questo momento e le “fazioni” contrapposte sono due: Il presidente della Terza Serie Ghirelli e L’AIC (Assocalciatori). Il primo chiede che le squadre scendano in campo regolarmente nelle date stabilite dal direttivo (26-27 Settembre) i secondi invece, sono contrari e lamentano i mancati accordi relativi al minutaggio dei giovani e all’abolizione delle liste dei calciatori utilizzabili in Serie C.

Regole, queste, che sono cambiate giustamente a detta del numero uno della Lega Pro Ghirelli perchè “niente può essere visto con gli stessi occhi dello scorso anno”, con rifermiento all’emergenza sanitaria che ha stravolto evidentemente tutto il sistema calcio e nella fattispecie l’ultimo rango dei professionisti che adesso rischia di fare “crac” dal punto di vista finanziario. In breve, sono state queste le parole che ha rilasciato il patron della lega in un intervento a “corner” e successivamente ad Italpress:

“Noi inizieremo alla fine di settembre il campionato, dobbiamo chiudere presto perchè ci sono gli Europei. Non possiamo permettercelo dal punto di vista organizzativo ma ancor più della regolarità. Chi mi conosce sa che sono portato sempre a trovare punti di mediazione. C’è un problema, l’AIC si deve rendere conto che non può esistere una situazione nella quale i costi dei contratti sono quelli pre-pandemia e le entrate per i club post-pandemia. Non possiamo chiedere agevolazioni economiche al Governo e buttiamo via 11 milioni di euro in questo modo. L’AIC deve rendersi conto che non siamo in grado di reggere. Le società non ce la fanno. Vogliamo trovarci disoccupati? Far saltare i club che già hanno problemi?”

Poi con conclude: “Mi auguro, anzi sono certo che nel weekend le società e i calciatori scenderanno in campo: non giocare sarebbe veramente incredibile, significherebbe assumersi una responsabilità enorme vista la difficile situazione attuale”.

Dichiarazioni, queste, che sono arrivate dopo che l’AIC spiegava così i motivi dello sciopero e la consegunete minaccia di non scendere in campo questo weekend, attraverso un comunicato: “L’azione di protesta nasce, dall’inspiegabile passo indietro della Lega Pro, rispetto al regolamento in vigore nella precedente stagione sportiva, relativo alla reintroduzione di limitazioni, sostanzialmente obbligatorie, dell’utilizzo di un numero massimo di calciatori professionisti”.

La protesta è seria, ma le conseguenze economiche che ne deriverebbero pure. Se si aggiunge poi che gli stadi non potranno mai essere pieni, almeno fino a Gennaio, diciamo che la situazione in Serie C è davvero difficile. Una guerra insomma, quella che si è aperta, tra colui che sta assumendo atteggiamenti forse un po’ troppo dispotici e gli operai, ossia i calciatori, che non hanno visto essere soddisfatte le loro richieste e quelle delle società in generale.