Giorno speciale per Mamadou Kanoute, che oggi si è presentato ufficialmente a stampa e tifosi. Nella seconda pate della conferenza, il giocatore senegalese ha parlato del suo trascorso in Italia e della storia del Palermo. Poi spiega alcuni aneddoti di mercato affermando che c’era l’interesse di molte altre squadre. Ecco le sue dichiarazioni:
“Il mio trascorso in Italia? Io sono in Italia da 10 anni, per me adattarsi in un posto dove vai è fondamentale, conoscere la lingua è importante. Ho cercato di fare il massimo per poter almeno comunicare con la gente. A Palermo sono qua da una settimana”.
“Altre squadre su di me oltre al Palermo? C’erano diverse società su di me, che mi seguivano e che hanno iniziato la trattativa, però da quando ho saputo che c’era il Palermo non c’ho pensato su due volte, Palermo è Palermo. E’ una realtà che tutti sappiamo, è conosciuto a livello mondiale, è una piazza devastante, bellissima. Giocare qui è un onore per quasi tutti i giocatori, giocare a Palermo non è come giocare dappertutto”
“Ricordi di Palermo? Basta dire i giocatori che son passati di qua: Dybala, Cavani, Luca Toni, Vazquez… Palermo parla da sola. Palermo è Palermo”.
“Sugli obiettivi di squadra: “Voglio raggiungere la Serie B col Palermo. C’è un progetto importante, col Palermo si può arrivare lontano e ho fatto la scelta di arrivare qua, per arrivare in Serie A con la squadra. Stiamo parlando di una piazza importante, che comunque deve andare lì dove merita”.
“Cosa serve per i playoff? Per la mia esperienza, serve giocare partita dopo partita, come se fosse l’ultima, stare sul pezzo, concentrati, cercare di fare le cose come si devono, e fare le cose concentrati. Solo così si può raggiungere l’obiettivo, ci vuole cattiveria e concentrazione”.
“Obiettivi personali? Il mio obiettivo è di fare bene partita dopo partita, cercare di dare il massimo come sempre, e io penso che solo così si può raggiungere gli obiettivi, i gol arrivano in base alle prestazioni che fai, e non deve essere uno stress il pensiero del gol. L’obiettivo più importante è quello della squadra, poi i gol arrivano da soli”
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