Le motivazioni della sentenza di condanna a otto mesi per il commercialista.
Il giudice: l’ex numero uno rosanero sapeva ma non informò la commissione di vigilanza della reale situazione del club.
All’ombra di Zamparini. Da esperto qual era non poteva non capire gli effetti negativi della transazione con Alyssa.
Questo il titolo del Giornale di Sicilia, oggi in edicola.
Era un esperto e sapeva ciò che faceva: “L’imputato Giovanni Giammarva era consapevole della falsa rappresentazione patrimoniale della U.S. Città di Palermo e nella veste di presidente del Palermo Calcio ha contribuito alla commissione del reato”.
Inizia così l’articolo di Riccardo Arena che descrive le motivazioni della sentenza di condanna a 8 mesi e 10 giorni stabilita dal giudice Michele Guarnotta per l’ex presidente rosanero Giammarva; nella stessa vengono assolti o due ex sindaci, Michele Vendrame e Andrea Favatella (su cui i pm stanno riflettendo se presentare ricorso).
Secondo il Tribunale, nei 10 mesi di presidenza Giammarva, professionista esperto, si è reso partecipe di un progetto volto ad ingannare la Covisoc.
Il magistrato fa riferimento alle intercettazioni della Guardia di Finanza per asserire che Giammarva fosse a conoscenza della falsità del credito Alyssa.
L’imputato ha sostenuto che la Covisoc era perfettamente a conoscenza della questione Mepal-Alyssa (…) tenuto anche conto del clamore mediatico della vicenda, motivo per il quale era in grado di svolgere tutte le azioni di verifica, scrive Arena che in conclusione di articolo riporta alcuni passaggi delle motivazioni della sentenza di condanna: “Giammarva ha comunque portato un ben preciso e consapevole contributo causale e morale, avendo approvato lo stato patrimoniale e la relazione semestrale, che contenevano le informazioni di cui egli conosceva la consistenza e le finalità decettive…”.
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