Irpini pronti per le ambizioni, i rosanero no.
L’Avellino è già squadra e si porta a casa un’altra vittoria in trasferta, stavolta anche più pesante perchè ottenuta sul campo di una teorica rivale.
Inizia così l’articolo di Paolo Vannini sul Corriere dello Sport , oggi in edicola.
Avellino squadra ambiziosa, Palermo ancora troppo tenero per puntare al primato ed anche se la sconfitta arriva dopo due svarioni offensivi, la squadra di Boscaglia per tutta la gara non da mai l’impressione di poter impensierire seriamente gli avversari.
Gli infortuni ed i continui cambi di formazione non aiutano ma la mancanza di gol che continua a registrarsi forse va oltre la mancanza di un bomber.
Costruzione della manovra farraginosa fino a produrre giocate estemporanee soprattutto quando i rosa sono andati sotto di due gol e lo sconforto ha preso il sopravvento, scrive Vannini che sottolinea come invece l’Avellino sembra già avere l’abito del suo allenatore Braglia, un lupo di mare.
L’analisi della partita con gli irpini in vantaggio dopo il colpo di testa di Valente da posizione ravvicinata. Un colpo dal punto di vista psicologico ma la squadra nel secondo tempo sembrava aver iniziato con piglio diverso fino all’episodio del raddoppio dei campani che nasce da un errore di Kanoute.
Il Palermo resta alla caccia di una identità, l’Avellino può pensare in grande, scrive Vannini in conclusione di articolo.
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