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Sincerità ed un bel bagno d’umiltà per tornare ad essere il Palermo

Palermo

Nessuno, ma proprio nessuno, oggi si può permettere di impuntarsi, su nulla, proprio nulla, al grido di noi siamo il Palermo e quindi le condizioni le dettiamo noi.
Noi eravamo il Palermo e dobbiamo tornare ad esserlo. Ma per riuscirci prima di tutto va fatto un bel bagno d’umiltà.

Al tifoso medio non importa nulla se c’è la crisi, se il covid ha creato una situazione disastrosa, se non si è potuto tener fede ad un budget che doveva essere ben diverso da quello che è stato, quello che è stato? Al tifoso, da che mondo e mondo, è sempre interessata una sola cosa: vincere.

Però, forse, se si fosse fatto un discorso chiaro dall’inizio probabilmente non saremmo in questa situazione dopo neanche un mese di campionato.
Vogliamo dire che non c’è stata la tanto decantata chiarezza sulla quale si è basato dall’inizio il Palermo? Forse solo in alcuni frangenti.

Sette mesi sono trascorsi da quando il Palermo ha giocato l’ultima partita nel campionato di D anche se l’ufficialità della promozione è arrivata dopo qualche tempo. Ma anche i bambini sapevano che nessuno avrebbe messo in discussione il salto di categoria. Proprio per questo non è possibile che in sette mesi non si sia riusciti ad organizzarsi nei tempi giusti in tutto e per tutto (nell’ordine allenatore, squadra, ritiro, campo d’allenamento etc etc). La sensazione che ha dato il Palermo in questi mesi, checchè se ne dica, è di brancolare nel buio e questo è grave soprattutto se, come si è sempre detto, è vero che la società rosanero può contare sue due tra i migliori dirigenti che ci sono in circolazione, ovvero Sagramola e Castagnini. Qualcuno sostiene che la società di viale del Fante ha aspettato così tanto per vedere se dagli “scecchi morti”, leggasi squadre defunte strada facendo, si poteva prendere qualcosa/qualcuno. Legittimo ma allora sarebbe stato meglio dire alla gente le cose come stanno. Nessuno ha mai detto che la società di viale del Fante ha disponibilità economiche illimitate ma, così ha detto sin dall’inizio con onestà il presidente Mirri, certamente quelle che avrebbero potuto permettere ai colori rosanero di tornare a calcare i campi del campionato cadetto. Spiegare quindi ai tifosi, chiaramente, e qui torniamo al discorso iniziale, senza illuderli di essere il PALERMO ma solo il Palermo, che per tanti motivi in questa stagione si sarebbe fatto quello che si poteva. Ovvero allestire una squadra in grado di arrivare certamente ai play off e chissà, magari con un po’ di fortuna o grazie ad una riforma, tornare in B.

Ovviamente i tifosi non avrebbero accettato la spiegazione continuando a sostenere quello che è il mantra iniziale, ovvero che non ci sono piccioli. Ma nessuno oggi potrebbe sentirsi in alcun modo preso in giro ricordando di due punte da venti gol, poi una punta per chiudere con alcune “puntine”, un budget da x milioni di euro poi tornati ad essere y milioni di euro per la crisi covid, legittimissimo, ci mancherebbe, del ritorno in B, da progetto allegato al bando del comune, al termine del campionato 2020-21.

Insomma noi se i piccioli ci sono o meno non lo sappiamo. Però quando Tony Di Piazza dirà, e prima o poi lo dirà, i soldi per vincere il campionato io li volevo mettere, voi invece non avete voluto uscirne altri, cosa risponderanno Mirri e Sagramola? Ovviamente immaginiamo che affermeranno il contrario, ma a quel punto a chi credere si chiederanno i tifosi?

P.S. Ovviamente il momento è delicatissimo e il Palermo sta dimostrando di avere non poche lacune. Ma siccome il tifo è una “bella malattia” sappiamo bene che nonostante le critiche i tifosi sperano che presto la situazione possa cambiare tornando a lottare fino all’ultima giornata per la promozione.

P.S. 2 La Piazza merita rispetto perché i tifosi loro sì sono il PALERMO.