Il banco di prova era oggi. Era oggi il giorno in cui il Palermo doveva dimostrare di essersi ripreso e di aver eliminato un po’ di fantasmi per la testa. Invece, stiamo qui a parlare di una Domenica amara che getta la piazza nello sconforto e il club, in una profonda riflessione. Perchè è difficile immaginare che in questo momento il presidente Mirri, Sagramola e Castagnini, non stiano riflettendo. Una riflessione amara e allo stesso tempo responsabile, di chi sa che non ha operato al massimo per permettere di cominciare al meglio la stagione. Fortuna poi, che ci sono 38 partite di campionato.
Già dopo la sconfitta contro l’Avellino era arrivato il momento per il tifoso di ridimensionare tutto: obiettivi, ambizioni e sogni. Dopo un’altro k.o. meritato contro una squadra che lotta per salvarsi e che l’anno scorso ha mantenuto la categoria per il rotto della cuffia, è invece giunto il momento per i tifosi che avevano chissà quali grandi progetti, di crederci sempre meno. Oggi, arrivati alla 5° giornata di campionato, la sensazione è che il Palermo sia un pesce fuor d’acqua per la promozione e non adatto a questa categoria, almeno per le zone di vertice.
Poco importava che oggi, almeno sulla carta, la banda di Boscaglia fosse favorita. Le altre squadre sembrano avere sempre qualcosa in più sul piano dell’esperienza e della personalità, sul piano della conoscenza di questa categoria, che si sapeva sarebbe stata una “donnaccia”. Allora, forse, è il caso di dire che sarà un campionato di rodaggio? Di ambientamento? Sembra che si vada verso questa direzione. Eppure i calciatori scesi oggi sul campo, sono sportivi che questa categoria la conoscono bene. Allora dove sta il problema? Forse non ci sono i maccanismi giusti ancora (e quando arriveranno?) o forse questi uomini stanno attraversando una fase decrescente della loro carriera, dal punto di vista tecnico e fisico?.
Anche oggi, infatti, troppi passaggi sbagliati e troppa confusione nella manovra. Certo il campo era in pessime condizioni ed era impossibile assistere ad una piacevole partita di pallone, ma allora si richiedeva una vittoria sporca. E questa come arriva? Cattiveria, fame, mostrare più voglia dell’avversario in ogni duello. Oggi ne un aspetto ne l’altro ha prevalso. Lavorare, pedalare, e stare zitti va bene, ma i punti persi sono tanti e il futuro non sembra rosa. Una squadra che non è ancora pronta per questo campionato e che inizierà a conoscerlo quest’anno, a cosa può ambire?
Ciascuno dei diretti interessati, si ponga delle domande. Intanto oggi al Palermo resta solo un’ancora di salvataggio (nel senso che in questo momento è l’unico che può porre rimedio): Roberto Boscaglia. Anche lui in confusione per carità, anche lui in fase di studio. Ma è uno che può risollevare il gruppo e trovare la ricetta giusta per una squadra davvero in difficoltà. Poi l’unione, il gruppo e l’amore dello spogliatoio lasciamoli ad un regista per un prossimo film. Le partite si vincono in ben altro modo, non certo con il sentimentalismo. L’unione è una conseguenza della vittoria, quando si perde tutto si rompe prima o poi, rapporti professionali compresi. E’ una legge cruda, ma vera nel calcio.
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