Il Palermo era già in una situazione difficile, con un solo punto conquistato in 4 partite e con un gioco, quello teorizzato almeno inizialmente da Boscaglia, che non ha mai trovato una propria identità. E come se non bastasse, come un fulmine a ciel sereno, ci ha pensato anche il Covid a dare uno schiaffo ai rosanero.
Così si è passati dal tentativo di trovare delle soluzioni sul campo, a fermare completamente i “lavori” e iniziare il conto alla rovescia per aspettare i tamponi negativi. Ricordiamo che al momento il club conta 13 calciatori e due componenti dello staff (compreso Boscaglia) positivi al Covid-19. Di fronte a tale notizia, gli allenamenti ovviamente si sono interrotti (e sono stati ripresi soltanto ieri) e con essi, anche i tentativi di riorganizzazione, mentale e tecnico-tattica.
Quanto può fare male questo stop, in un momento in cui era fondamentale giocare per trovare certezze, condizione e soprattutto punti? E’ stata una doccia fredda, su questo non c’è dubbio. Mentalmente anzitutto, per due motivi: in primis perchè si è perso di vista il campionato e si è messa (giustamente) in prima linea la salute. E poi perchè la stagione va avanti e pian piano le big si allontanano. In questo momento insomma, non fa bene stare sul divano in quarantena sapendo che le altre squadre guadagnano punti importanti. Ma le partite si dovranno certamente recuperare e allora sarà in quel momento che questa sventura forse da un punto di vista psicologico potrà dare la svolta: giocare, mentre gli altri club stanno fermi. Rosicchiare, chissà, punti importanti.
Se però il punto di vista emotivo di questa faccenda regala dei pro e dei contro, non lo stesso si può affermare sull’aspetto tecnico-tattico. Mettere in pratica il lavoro svolto negli allenamenti, gli studi e la tattica nella partita contro la Turris, sarebbe stato certamente altra cosa che farlo, adesso, contro la Viterbese, o qualche giorno prima contro il Potenza (sempre se si giocherà). Si tratta, ancora una volta, di rimandare tutto. Lavorare e poi fermarsi, per poi riprendere ancora una volta, ma con mezza squadra fuori e con 4 Primavera arruolati in emergenza. Insomma un processo di crescita che è stato interrotto, inaspettatamente. L’unica medicina vera, antidoto reale per far fronte a questa surreale situazione, sarebbero i 3 punti. Non importerebbe come e con quale prestazione, ma una vittoria la prossima settimana velocizzerebbe tutti questi meccanismi e occulterebbe, in parte, il tempo perduto.
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