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Calcio e coronavirus, l’errore della Lega Pro che il Palermo paga a caro prezzo

La Lega Pro, col senno di poi ha preso un abbaglio. Il riferimento è al numero bloccato di giocatori in lista. Un massimo di 24 calciatori (più 1) per società nell’anno in cui si combatte la pandemia è un autogol clamoroso, pazzesco che nessuno ci abbia pensato prima.

Il motivo? Società che vivono situazioni critiche come il Palermo ad oggi ne sono doppiamente penalizzate. In primis perchè non hanno potuto ingaggiare la quantità di calciatori desiderata (potendo permetterselo), infine proprio perchè in virtù di un cluster si ritrova senza un numero degno di calciatori utilizzabili.

Esempio: se scoppia un plurimo caso covid in una squadra, non è raro che si contagino 12-13 calciatori (vedi Genoa), sottraendo questa cifra ai 24, arriviamo a una dozzina di giocatori. In pratica senza riserve, rendendo praticamente impossibile il disputarsi di un incontro o quantomeno falsando la competizione.

E’ pur vero che nessuno ha la certezza dell’immunità, dunque anche avendo 35 tesserati in rosa, potrebbero contagiarsi tutti, ma si tratterebbe di un caso estremo. Probabilmente si sarebbero ridotte le possibilità di trovare squadre costrette a preparare incontri delicati in 13-14-15 pababili.

In conclusione, una regola che appariva ai più border line, per la sua (in)utilità, si aggrava in un contesto delicatissimo come quello che vivono le società per via del virus.