Chiusure, la deroga non c’è. I ristoratori chiedono le 24 ma Roma frena Musumeci.
Il presidente riceve gli esercenti e prospetta una legge come quella di Bolzano. Boccia: “Verrà impugnata”.
Questo il titolo di Repubblica, oggi in edicola.
Alla fine diventa poco più che una mossa politica. Perché nel braccio di ferro per farsi portabandiera delle chiusure ritardate oltre le 18, il presidente della Regione Nello Musumeci finisce per ritrovarsi stretto fra due fuochi: da un lato ci sono gli imprenditori… dall’altro c’è il governo Conte, che adesso dice esplicitamente che una deroga non sarà concessa.
Inizia così l’articolo di Claudio Reale che prova a fare chiarezza sulla contrapposizione in atto fra il governo regionale e quello nazionale, rispetto all’ipotesi di emanare una norma che possa allargare i tempi di apertura ai ristoratori.
Anche se sono soltanto voci, il governo prende posizione rispetto all’idea del governatore siciliano e lo fa attraverso le parole del ministro per gli Affari regionali, Francesco Boccia: “Duole constatare, per alcune dichiarazioni pubbliche, la non completa consapevolezza della situazione sanitaria in Italia e duole ancor di più che non siano tenuti in dovuto conto i dati uniformi di rischio ; non fa eccezione la Regione siciliana che ha anticipato attraverso il presidente Musumeci l’ipotesi di un disegno di legge che, se dovesse essere approvato, sarà immediatamente impugnato dal governo“.
I ristoratori chiedono di restare aperti fino alle 24,00, Musumeci propone luci spente alle 23,00. Ma è consapevole che il Governo ostacolerà il suo eventuale decreto. È a quel punto che Musumeci si riserva il coup de théâtre: «Il governo nazionale — osserva — si prepara a un nuovo lockdown». Tradotto: il cattivo non sta a Palazzo d’Orléans, scrive Reale.
E poi c’è la questione legata ai tempi: la nuova legge darebbe risultati solo dopo molto tempo. .. la prossima seduta dell’Ars è in programma martedì, poi bisognerà attendere la pubblicazione in Gazzetta ufficiale e 15 giorni per entrare in vigore, quindi niente di concreto fino al 19 novembre , si legge su Repubblica.
Tuttavia, se il Governo impugnasse la legge, fino al pronunciamento della Corte Costituzionale, resterebbe comunque valida.
Posizioni opposte fra maggioranza ed opposizione. Per Cracolici (Pd) “il presidente della Regione fa una mossa che equivale a un comunicato stampa, pura propaganda”, mentre Lo Giudice (Udc) ribatte “Non possiamo lasciare allo sbando i nostri imprenditori per altri 15 giorni, continuando a prendere in giro i siciliani ; un disegno di legge necessita di almeno 15-20 giorni. L’ordinanza avrebbe effetto immediato ed è l’unica risposta concreta plausibile“.
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