Lo scenario che ci forniscono i dati di oggi è da fase 4, la più grave di tutti. Attenzione puntata sull’indice di trasmissione: non dovrebbe superare il valore 1, ma fino a 1,5 il sistema regge. Oltre no, ed oggi siamo a 1,7 e sono dolori. Un dato che preoccupa e che indica come la velocità di diffusione del coronavirus sia quasi irrefrenabile. Dunque siamo nello scenario 4, quello da allarme rosso, quello più alto nella classificazione dei livelli di rischio di fronte all’avanzata del contagio nel nostro paese.
Finora le terapie intensive che tanto avevano allarmato la scorsa primavera non sono un problema, ma se la curva dovesse continuare a crescere a questa velocità la situazione potrebbe precipitare.
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La strategia del premier Conte sembra quella di voler aspettare ancora una settimana per capire che effetti faranno i divieti dell’ultimo Dpcm: poi sarà lockdown. Probabile che si aspetti fino all’8 novembre con una eventuale nuova stretta da lunedì 9.
Ma non sarà una chiusura totale: si chiama ‘lockdown morbido’ e scatterà se la soglia dei contagi, stabilita come tetto massimo alcuni giorni fa, sarà superata.
Si sono poste delle soglie limite: 40 mila contagi e 2500 malati in terapia intensiva. Poi scatteranno norme più rigide come un lockdown morbido sul modello francese.
Dal 9 novembre potrebbero restare aperte solo scuole (materne ed elementari), aziende, fabbriche e uffici. Si potrà uscire solo per andare ad accompagnare i propri figli a scuola, per andare a lavorare o per ragioni mediche. Per il resto, tutti a casa con i negozi chiusi (tranne quelli di generi alimentari e farmacie). Ovvio anche lo stop agli spostamenti tra comuni e regioni. E per alcune grosse città la chiusura potrebbe avvenire prima ed essere più dura, come ad esempio Milano e Napoli.
A Milano addirittura la stretta potrebbe già da questo fine settimana.
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Perché ci sono regioni più in affanno con l’indice di trasmissione che è addirittura arrivato a 2, come Campania, Lombardia, Valle d’Aosta, Piemonte e Liguria.
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