Tuona il presidente della Viterbese Arturo Romano, ai microfoni di Tuttomercatoweb. La sua squadra ha giocato una settimana fa allo stadio “Razza” pr la sfida contro la Vibonese nonostante la positività al virus di 3 calciatori e la richiesta alla Lega da parte del club di rinviare la partita. Qualche giorno dopo, la notizia della positività di altri 6 membri della squadra (tra calciatori e staff) hanno reso la società laziale una delle più colpite della Serie C.
Dalla Calabria, intanto, si informa che sono risultati positivi 6 calciatori e che la sfida contro il Catania in programma domenica alle 15.00 è stata rinviata. La rabbia del patron dei laziali, nasce dalla mancata decisione da parte della Lega di rinviare subito il match contro la Vibonese che avrebbe, a suo dire, provocato i successivi casi all’interno del club di Vibo Valentia. Ecco le sue parole:
La ricostruzione dei fatti: “Dai tamponi erano risultate tre persone positive che sono rimaste a casa, poi abbiamo preso il pullman per recarci all’aereoporto in attesa dei risultati di altri sette tamponi perché la Federlab li ha mandati con ritardo. Non potevamo nemmeno salire sull’aereo senza tamponi fatti, la Federlab ci ha comunicato in serata la negatività di quei sette tamponi. Nel frattempo avevo chiamato Caffo e Ghirelli per richiedere il rinvio della partita, entrambi hanno detto di attenermi al protocollo. Siamo arrivati all’una di notte e abbiamo dovuto giocare la partita. Abbiamo ripetuto i tamponi prima della gara ma il giorno dopo abbiamo riscontrato ulteriori positività tra cui il mister e calciatori. Se non avessimo fatto quel viaggio non era meglio? Ora vengo a sapere che la Vibonese ha sei calciatori positivi. Mi chiedo perché non è stata rinviata la partita contro di noi?”
Poi continua: “Perchè a noi è stato negato il rinvio e al Catania no? La partita nostra ha prodotto questi danni, questo è il dubbio che mi pongo”.
“Coincidenze tra i nostri positivi e quelli della Vibonese? Sei da loro e sette da noi, il virus magari non si vedeva dai tamponi e poi in campo con il contatto fisico tra calciatori si sono infettati anche quelli della Vibonese”.
Il rinvio non era stato però chiesto dal patron: “Non lo avevo chiesto in maniera ufficiale perché mi hanno detto, sia il presidente della Vibonese che Ghirelli, che il protocollo non lo prevedeva. L’alternativa era perdere a tavolino e quindi siamo scesi in campo. Ho dichiarato anche il giorno prima della partita che la situazione era tragica e surreale e si poteva evitare”.
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