I contagi continuano a crescere ed il Governo si prepara ad adottare misure straordinarie forse già a partire da lunedì. Se le idee sembrano chiare su quali interventi attuare su negozi, uffici o trasporti, il tema della scuola è molto dibattuto e controverso.
Da una parte il ministro Azzolina che insiste per tenerle aperte, avendo l’appoggio del M5 Stelle. Dall’altra esperti e fonti del Governo sostengono che se l’indice di trasmissione dovesse crescere ancora, questo prevarrà e prenderà il sopravvento anche sulla possibilità di mantenere aperte le scuole.
Nel cosiddetto lockdown morbido in fase di studio, le scuole dovrebbero restare aperte, almeno materne ed elementari. La Ministra dell’Istruzione Azzolina spinge per tenerle aperte sulla scia di quanto deciso da Germania e Francia, il premier Conte ha qualche perplessità.
Nelle ultime settimane il Presidente del Consiglio ha ritenuto la scuola un asset fondamentale del Paese, disponendo la didattica a distanza al 75% per gli alunni delle sole superiori.
Tuttavia l’esecutivo ha dimostrato avere qualche perplessità sul contributo della scuola all’aumento dei contagi ipotizzando il rischio che le scuole aperte possano in parte neutralizzare gli effetti di un eventuale lockdown.
Nelle ultime ore anche la convinzione del premier Conte inizia a vacillare: “La crescita dei contagi mette in discussione la didattica in presenza. La curva sta subendo una impennata così rapida che rischia di mettere in discussione la didattica in presenza, alcuni presidenti di regione lo hanno fatto, non è il nostro obiettivo, noi continuiamo a difendere fino alla fine la didattica in presenza. Ma dobbiamo mantenerci vigili per seguire e assicurare la tutela della salute del tessuto economico”.
Ma la Ministra dell’Istruzione non cede e su Facebook scrive: “Tenere le scuole aperte significa aiutare le fasce più deboli della popolazione. Significa contrastare l’aumento delle disuguaglianze, un effetto purtroppo già in corso, a causa della pandemia. Significa tutelare gli studenti, ma anche tante donne, tante mamme, che rischiano di pagare un prezzo altissimo… La chiusura delle scuole non produce gli stessi effetti per tutti. La forbice sociale si allarga, il conto lo pagano i più deboli. Ci sono poi territori in cui la chiusura delle scuole è sinonimo di dispersione scolastica. E la dispersione scolastica – chiamiamo le cose con il loro nome – equivale all’abbandono dei ragazzi. Ampliare il divario tra famiglie benestanti e famiglie svantaggiate è una responsabilità enorme. Dobbiamo esserne consapevoli. La scuola è futuro. Senza scuola il Paese diventa più debole”.
La linea della ministra Azzolina non coincide con quella del ministro della Salute, Roberto Speranza o di altri esponenti del Governo.
“La Azzolina vuole tenere aperte le scuole a prescindere ma l’Rt di alcune regioni, alla fine, prenderà il sopravvento. Difficile non prendere una decisione di buon senso se gli ospedali vanno in sofferenza”.
Per ora comunque resta tutto com’è. A decidere ulteriori strette sulla didattica sono i governatori regionali come stabilito dall’ultimo Dpcm.
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