Come promesso dalla società rosanero, è stato inaugurato il nuovo Palermo Museum nel giorno del suo 120° compleanno. A causa dell’emergenza sanitaria in corso, non si potrà visitare di presenza, ma soltanto dal video realizzato dal club.
120 anni di Palermo Calcio: emesso un francobollo per l’anniversario della fondazione
IL VIDEO
LA NOTA
Il giorno 1 novembre 1900 nasceva il primo sodalizio sportivo della città di Palermo. Oggi, nel giorno del 120° anniversario, nasce allo stadio Renzo Barbera il Palermo Museum, il museo che ripercorre gioie e dolori della storia ultracentenaria del Palermo, dei suoi campioni, dei suoi tifosi, delle sue gioie ma anche dei suoi dolori. Un’inaugurazione mancata, a causa delle restrizioni sanitarie in vigore, ma anche un impegno rispettato nei confronti della città, che già dalla mattina ha potuto acquistare il francobollo celebrativo disegnato da Francesco De Grandi ed emesso dal Ministero dello Sviluppo Economico per l’occasione, e presto potrà visitare la nuova “casa” della passione rosanero direttamente allo stadio.
Così, tra una vecchia foto dei padri fondatori e un plastico in scala dello stadio Renzo Barbera, nel nuovo Palermo Museum si può vivere l’esperienza di allenarsi virtualmente con il Palermo, attraverso un’esperienza immersiva, con visori di realtà virtuale altamente tecnologici. Passando in rassegna le maglie storiche del Palermo, appese come vere e proprie opere d’arte in galleria, ci si ritrova poi a “indossarle” per gioco in un divertente photobooth tutto digitale. In un’apposita area multimediale scorrono filmati della storia antica e di quella recente, mescolando in un grande puzzle video indimenticabili e spezzoni di costume da vecchi tg, mentre in un piccolo “cinema” scorrono i riferimenti cinematografici al Palermo, tra una gag di Franco e Ciccio e una scena di Ficarra e Picone.
Spazio anche ai Campi di Sicilia, una “mostra nella mostra”, realizzata con il sostegno dell’Assessorato ai beni culturali e dell’identità siciliana, che ripercorre i campi cittadini in cui la passione per il calcio è nata e si è sviluppata nei decenni. Immancabile, poi, un’area speciale dedicata alla Hall of fame rosanero: una selezione degli 11 giocatori + un allenatore giudicati più rappresentativi della storia del Palermo attraverso un sondaggio aperto a tutti i tifosi, con oltre 6mila preferenze registrate nell’estate 2020.
Il Palermo Museum ospita inoltre anche un’opera unica dell’artista Carlo CUT Cazzaniga: ispirato a uno stile pop nostalgico, il suo lavoro si compone di una serie di tavole realizzate con la tecnica del traforo, in cui la progettazione grafica è la vera protagonista. CUT ha anche realizzato 50 illustrazioni per il libro “Aquile. Il Palermo: il museo, la storia, la città” (il Palindromo) a cura di Giovanni Tarantino, in vendita presso lo store ufficiale dello stadio e quello digitale, oltre che sul sito della casa editrice e dal 12 novembre in tutte le librerie.
È stato necessario oltre un anno di lavoro, scandito da un apposito countdown montato proprio sulla facciata del Barbera, a cominciare dalla “call” che alla fine del 2019 ha chiamato a raccolta tifosi, collezionisti e appassionati da tutto il mondo. Grazie al loro straordinario contributo, sono stati recuperati cimeli unici e introvabili, di valore inestimabile: maglie, fotografie storiche, foto del tifo organizzato, contenuti audiovisivi, memorabilia, bandiere, sciarpe dei club del tifo organizzato; poster, gagliardetti, fumetti, libri, fanzine, riviste, biglietti, giornali e quanto altro ancora potesse testimoniare la passione per il Palermo attraverso la cultura materiale del tifo e del collezionismo negli anni. Una selezione accurata di tutte le proposte, ad opera del giornalista, storico e coordinatore scientifico del museo, Giovanni Tarantino, ha permesso di dare vita a un percorso tematico attraverso tutte le sfaccettature del tifo e della storia dei colori rosanero, accanto a installazioni ed esperienze interattive, secondo il progetto architettonico generale dello Studio Mazzarella.
«Il nostro obiettivo – ha detto Giovanni Tarantino – era ripercorrere la storia del Palermo anche attraverso i suoi fallimenti, rendere un servizio alla storia e rintracciare una costante significativa: lo “spirito” del Palermo è sempre sopravvissuto a catastrofi societarie e risorto come un’araba fenice. È già questa una vittoria, che forse vale più di tanti trofei che il Palermo non ha e che il museo non potrà esporre. Perché una certa “domanda di Palermo” c’è sempre stata anche in quelle circostanze in cui, per brevi periodi, la città è stata rappresentata da club che si chiamavano in altro modo e vestivano altri colori. I colori rosa e nero si confermano marchio indelebile di un’anima che resiste da centoventi anni e che è diventata metafora di una città per la quale, dopo tutto, “esiste solo il Palermo”».
La storia del calcio a Palermo, almeno alle sue origini, è una storia di integrazione, di assimilazione culturale, perfettamente coerente con la storia della città.
Il calcio, o meglio il foot-ball (col trattino, come si usava allora) viene dal mare, e con esso i suoi principali interpreti. Il calcio a Palermo nasce da un incrocio: è emblematico che la prima squadra locale si chiami Anglo Palermitan Athletic and Football club. “Anglo” e “Palermitan” i due elementi di sintesi: rossoblù la prima camicia, come i colori della bandiera britannica, il calcio dei pionieri metafora di una fusione tra elementi. Di lì a poco il Palermo adotterà i colori che rimarranno per sempre il simbolo di un vessillo sportivo inconfondibile: “rosa come il dolce e nero come l’amaro”, come recita la celebre lettera di Giuseppe Airoldi a Giosuè Withaker.
Dal allora, la fede rosanero è diventata man mano parte del DNA di un’intera città e dei suoi figli sparsi in giro per il mondo. Una passione che va oltre l’aspetto puramente sportivo e che è oggi più una componente identitaria, una questione di appartenenza. A portarla avanti, in questi 120 anni di storia, sono stati, sono e saranno per sempre i tifosi, che tramandando tali valori di padre in figlio, sopravvivono idealmente a presidenti, allenatori e campioni indimenticati. A loro è dedicata questa ricorrenza, che non celebra solo l’anniversario di una squadra di calcio ma anche e soprattutto il compleanno di una storia d’amore, quella tra il Palermo e i palermitani, che non finirà mai.
Il Palermo Museum rimane attualmente chiuso al pubblico, ma presto sarà possibile organizzare visite guidate su prenotazione, nel rispetto di tutte le normative e le prescrizioni di sicurezza vigenti.
Un ringraziamento a tutti i donatori e conferitori coinvolti nel progetto:
Vincenzo Bellavia, Giuseppe Vassallo, Roger Stirland, Nicolò Terrasi, Alessandro Ruello, Paolo Bonini, Roberto Gueli, Francesco Paolo Accardi, Ignazio Agnese, Salvatore Denaro, Dario Romano, Giuseppe Vella, Filippo Compagno, Vincenzo Zaami, Calogero Manto, Domenico Bonfiglio, Giuseppe Giuffrè, Francesco Paolo Caltagirone, Daniele Chiovaro, Giuseppina Alù, Vincenzo La Mantia, Angelo Giambalvo, Aurelio Scuderi, Mirko Ingrassia, Anita Luna, Adriana e Gabriele Banchero, Salvatore Barrale, Riccardo Anselmo, Massimiliano Misia, Claudio e Donato Errico, Vincenzo Velardi, Costantino Mirulla, Claudio ed Emanuele Cincotta, Antonino e Giuseppe Caravello, Gabriele Lentini, Salvo Caruso, Alessio Garofalo, Roberto Todaro, Vito Donzelli, l’emittente televisiva Trm con ringraziamento particolare a Gabriele Rappa, Alessandro Amato e Luca Tutone, la Fondazione Whitaker di Villa Malfitano con ringraziamento particolare alla dott.ssa Maria Enza Carollo e all’architetto Corrado Mirmina, all’archivio Ingham Whitaker presso le Cantine Pellegrino di Marsala con ringraziamento particolare alla dott.ssa Paola Alagna, alla Soprintendenza archivistica dei Beni culturali della Regione siciliana, Marco Bonomo, Sergio Vizzini, Massimiliano Napoli, Roberto Pedivellano, Gaetano Sconzo, Gabriele Pomar, Gaetano Lombardo, Marco Sirchia, Alessandro Cane, Casimiro Di Fiore, Vincenzo Percopo, Giuseppe Percopo, Annachiara Falcone, Roberta Randazzo, Francesco Orlando, Giuseppe Liga, Luigi Riccobono, Claudio Italiano, Raffaele Bravatà.
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