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Ci sarà un solo grande assente lunedì al derby: il pubblico… E non sarà lo stesso spettacolo!

In tutte le dichiarazioni o interviste che si sono susseguite in questi giorni una delle domande ricorrenti è stata sempre: “Come sarà vivere il derby senza l’atmosfera del pubblico?”.

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Ognuno ha cercato di dare le risposte che riteneva migliori, considerando che il periodo è critico e la pandemia non consente di pensare ad altro se non a preservare la salute pubblica, con ulteriori restrizioni.

In casa Catania, l’ex che ha deciso di abbandonare tutto e di cambiare la propria vita, Marco Biagianti, riflette su quest’aspetto e commenta: “senza la presenza di pubblico ogni partita perde una componente essenziale dello sport”.

L’assenza di pubblico sugli spalti pesa eccome, in questo momento, per tutti i calciatori, ne ha parlato anche il doppio ex di questa sfida, Giuseppe Bellusci, che ha replicato come  inciderà tanto questo vuoto dei sostenitori, il “calcio senza tifosi è surreale”- ha affermato il difensore del Monza.

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Tutto riflette quindi un grande deficit che condizionerà questo derby. Nessuno sfotto’ sugli spalti, i classici cori che contraddistinguono il clima da stadio e da derby. Così come la settimana vissuta da entrambe le squadre non sarà stata identica come ogni anno. I tifosi tenuti a debita distanza, quando un tempo bastava urlare all’allenamento ad un giocatore per capire quanto questa fosse “la partita delle partite”.

Questa partita mancava da troppo tempo anche per questo, non è solo agonismo sul campo, non un e’ semplice fischio d’inizio o un gol segnato più dell’avversario. Sono due realtà che si contrappongono per 90 minuti sul terreno di gioco, arancina contro arancino, compà contro ‘mbare… per poi forse a fine gara dopo altri sfotto’ abbracciarsi, come il sano valore dello sport ci ha ricordato, perché è l’essere siciliani che ci unisce. Nel bene che questa terra ci offre, e nelle sofferenze che in comunanza sopportiamo.

Tutto questo mancherà, ognuno nei propri televisori guarderà questa gara, costretto nei propri comuni di residenza anche per via del nuovo DPCM. A tifare la propria squadra, ad amare quelli che sono i propri colori, quello che a distanza, anche senza essere presenti sugli spalti, non potrà mai cambiare.

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