La luce in fondo al tunnel sembra non essere molto vicina stando ai dati da record che si registrano: 141 morti in soli 7 giorni e 169 pazienti in terapia intensiva. Numeri che annientano grandemente il record della prima ondata che contava 85 pazienti deceduti in una settimana. Eppure c’è chi ancora sostiene che la classificazione da “Zona Arancione” sia stata del tutto immotivata. Le prossime settimane dovrebbero essere decisive, per cui non ci resta che far parlare i numeri.
Oltre al record di deceduti e di pazienti in terapia intensiva, in questa seconda ondata si riporta anche il primato del numero di infetti in una settimana: dal 31 ottobre ad ieri si sono rilevati 8.140 positivi con una percentuale di crescita del 52%.
Sembra chiaro che ad oggi siamo più preparati, si effettuano più screening e quindi più test, però se consideriamo che l’ultima settimana di marzo venivano rilevati 831 positivi (fu la peggiore per il numero dei casi) mentre oggi in 24 ore si supera di molto tale numero, è chiaro che la situazione è preoccupante. Anche se scende il numero dei ricoveri ordinari con 199 a fronte dei 360 dei giorni precedenti; molti anche i guariti: 1974 in una settimana.
Le settimane successive saranno quelle decisive, settimane che determineranno o un inasprimento o una riduzione delle restrizioni. Nel frattempo però, dalle vie del centro di Palermo arrivano segnalazioni di assembramento e di un utilizzo non sempre appropriato della mascherine. Adesso più che mai il nostro destino è nelle nostre mani: bisogna agire nella coscienza e con senso civico nell’interesse dell’intera popolazione. Se così non avverrà, si rischia di perdere quel minimo di libertà che ad oggi ci è concessa.
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