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Le furbizie di alcune regioni e tanti dubbi sui dati comunicati. Indaga la magistratura

La Sicilia è arancione perchè è stata corretta nel comunicare i suoi dati?
Virus, tutti i dubbi sui dati delle Regioni. Indagano anche i pm
Dalla Liguria alla Campania, sospetti sui dati sulla base dei quali i territori sono stati inseriti nelle fasce di rischio.
Faro acceso anche dal Governo
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Il valzer dei numeri e dei colori finisce sotto inchiesta. Troppe oscillazioni dell’ultimo minuto nei dati forniti al governo sulle terapie intensive, troppe cose che non tornano sull’occupazione dei posti letto degli ospedali, troppe discrasie tra quanto vedono (e denunciano) i dottori nei reparti e quanto invece le regioni hanno comunicato all’Istituto superiore di sanità a Roma per farsi valutare e ottenere il colore del proprio lockdown.
Questa l’apertura di un articolo di Giuliano Foschini e Fabio Tonacci sull’edizione online di Repubblica.
Il sospetto degli organi sanitari ma anche dello stesso Governo nazionale che i dati comunicati dalle regioni non siano veritieri ma strumentali ad ottenere una zona anzichè un’altra peggiore.
Dati definiti inattendibili dallo stesso Istituto Superiore di Sanità su cui adesso si indagherà, anche per volontà del Governo che ha attivato una lente di ingrandimento sulla vicenda. E si muovono anche le Procure.
Cinque regioni hanno inviato dati incompleti, Liguria, Basilicata, Abruzzo e Veneto, ma il caso più eclatante è quello della Campania.
Per capire a cosa si riferiscano le perplessità del Governo, basta vedere gli ultimi dati diffusi dalla regione governata da Vincenzo De Luca: è passata dai 925 posti disponibili di metà ottobre ai 1.608 di qualche giorno fa fino a 3.160 di oggi. Stesso discorso per la terapia intensiva: 335 prima dalla pandemia, 590 quelli imposti dal Governo, 640 gli attuali, scrivono Foschini e Tonacci.

La Campania si è giustificata asserendo di aver trasformato dei posti: non ci sarebbero nuovi letti ma letti riconvertiti, con un processo velocissimo che porta ad avere anche mille posti in più in un giorno. Una situazione – fanno notare dal ministero – non coerente con gli assalti agli ospedali che si registrano in queste ore.

Indagini anche sulla Liguria per capire se i dati forniti siano compatibili con la realtà del territorio. L’indagine nasce da due elementi:
l’anomalia di statistiche che registrano contagi in frenata, addirittura ricoveri in diminuzione (ieri meno 15 rispetto al giorno precedente ) a fronte di più morti registrati, e, seconda circostanza, i pronto soccorsi presi d’assalto, si legge nell’articolo che sottolinea come per l’Iss i dati arrivati dalla Liguria sono sottostimati e non valutabili.

“Il problema è chiaro”, sostiene Walter Ricciardi, consulente del ministro della Salute e ordinario di Igiene alla Cattolica di Roma. “Alcune Regioni forniscono i dati tardi e male”.
Che ci sia qualcosa che non va è evidente. «Ci sono regioni gialle con file ai pronto soccorso e rosse dove la situazione è più gestibile» dice una fonte del Governo. Ancora la Calabria: la sera della firma sull’ultimo Dpcm, il numero delle terapie intensive comunicato al governo è improvvisamente calato di 13 unità.

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