Guariti dal Covid, cosa succede e cosa fare.
Se l’umore del paziente è senz’altro gratificato dal responso del tampone negativo, non ci si può comunque lasciare del tutto la malattia alle spalle. Perché sono opportuni una serie di controlli, di misure riabilitative e di precauzioni.
Questo il titolo di un articolo sull’edizione online di Repubblica.
“Le conseguenze dipendono dalla gravità della malattia che è stata attraversata. L’organo che è stato principalmente colpito può avere conseguenze stabili o evolutive – spiega Dario Manfellotto, direttore di medicina interna dell’ospedale Fatebenefratelli Isola Tiberina di Roma e presidente nazionale Fadoi (società scientifica di medicina interna).
Inizia così l’articolo di Giuliano Aluffi che riprende le indicazioni sanitarie che alcuni esperti suggeriscono per una migliore gestione del post malattia. Con particolare attenzione ad alcuni organi colpiti o coinvolti dal virus.
Polmoni : “può andare incontro a un processo fibrotico, ovvero di sostituzione del tessuto normale con delle zone cicatriziali: questa condizione potrebbe evolvere verso la fibrosi dell’intero polmone. Per ora abbiamo solo sei mesi di osservazione sui pazienti guariti: non abbiamo, quindi, sufficienti dati a disposizione. Sappiamo però che è necessario assicurarsi che i guariti dal Covid abbiano ripreso le normali funzioni respiratorie e cardiache… per polmoni e cuore, è utile il test del camminare per 6 minuti, dove si vede se l’ossigenazione è buona o è alterata. Poi ci sono i test a sforzo, le prove a cicloergometro, le misurazioni dei gas nel sangue”(Manfellotto).
Reni e fegato vanno controllati… bisogna vedere se ci sono alterazioni nelle transaminasi e vedere se fegato o reni hanno subito delle conseguenze. Il danno renale da Covid all’inizio della pandemia sembrava trascurabile, ma ora stanno uscendo diversi lavori che mostrano come sia necessario, nei pazienti post-Covid, controllare la sua evoluzione. (Manfellotto)
I muscoli – Altro aspetto importante per chi si libera del Covid è il recupero delle funzionalità muscolari. “Un paziente che è stato pronato e intubato nel reparto di terapia intensiva è un paziente che esce malnutrito, e caratterizzato dalla perdita progressiva non solo della massa del muscolo, ma anche della funzione, come succede sempre per i pazienti che fanno un percorso lungo nelle terapie intensive. In più il Covid ha un processo infiammatorio molto intenso che peggiora la sarcopenia (Maria Cristina Mele, docente di patologia speciale all’Università Cattolica e direttore dell’Unità Operativa di nutrizione avanzata in oncologia presso il Policlinico Gemelli).
Nutrizione: nei pazienti che soffrono di più l’allontanamento dalla famiglia e l’assenza di contatti con l’esterno ci può essere un rischio di inizio di anoressia. Che è ovviamente da scogiurare. Per questi pazienti abbiamo concordato un supporto nutrizionale attraverso degli integratori (alimenti a fini medici speciali) che danno – in poco volume – molta energia e molte calorie, e che questi pazienti dovrebbero assumere ogni giorno. Per integrare ciò che non si riesce a dare in altro modo“.(Maria Cristina Mele)
Esercizio fisico– “Nella nostra esperienza, la cosa più importante che sta dando beneficio ai guariti è un misto di allenamento e riabilitazione all’aria aperta. Questo permette alle persone di riprendere fiducia nei confronti del proprio corpo, vedendo che riescono a sopportare degli sforzi sempre superiori. Questo gli dà molta fiducia, e l’occasione di “rompere la gabbia” all’interno della quale si sono sentiti reclusi nel periodo del ricovero e dell’isolamento. (Angelo Carfì, medico presso l’ambulatorio post-Covid del Policlinico Gemelli)
Insomma anche quando si guarisce dal Covid, la battaglia contro il Covid continua e nessuno, per il bene di tutti, può disertare, si legge in conclusione di articolo.
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