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L’eleganza “mascherata” del Palermo: è la vittoria della consapevolezza

Il Palermo c’è: centrata la seconda vittoria di fila e il 4° risultato utile consecutivo. E’ chiaro che oggi, ancor più di prima, l’umiltà deve essere sempre (e ancora) l’ingrediente in prima linea: perchè non era quella la classifica dei rosanero, ma non è neanche questa, a ridosso dei playoff. L’organico ha le carte in regola per le prime 5 posizioni, ma serve pazienza e anche un po’ di fortuna.

La banda di Boscaglia ha vinto questa prima al Barbera con merito, mettendo in tasca i 3 punti e non solo: anche un bel po’ di consapevolezza. Dietro ad una vittoria sporca, maschia, quella ottenuta contro la Juve Stabia 4 giorni fa, ne è arrivata invece un’altra più elegante, più bella. Adesso i rosanero possono contare su due ali che fanno viaggiare la macchina a ritmo straordinario e un “becco” che comincia pungere forte. Così Kanoutè, sembra il giocatore perfetto per questa squadra e salta l’uomo con estrema facilità e Saraniti, figlio di Palermo, comincia a buttarla dentro ponendo fine alla “Questione attaccante”.

Un Palermo elegante nel primo tempo e “grezzo” nel secondo. Ma il calcio è anche questo, è fatto di dinamiche all’interno di una partita. Cosi che, quando è il momento di far viaggiare il pallone e farlo sorridere, si è in grado di farlo; quando invece è il momento di abbassarsi e soffrire con tenacia, lo si fa altrettanto. Sarà stata, infatti, la condizione fisica o comunque un avversario che nella seconda frazione di gioco voleva a tutti i costi il pari, che si è assistito ad un abbassamento del baricentro senza che ugualmente gli avversari si avvicinassero così tanto dalle parti di Pelagotti (protagonista anche oggi su una palla che sembrava dritta all’angolino).

Ripartenze non sfruttate a dovere e sofferenza fino alla fine, così è andata. Ma poteva finire pure peggio se oggi il gioco del calcio avesse deciso di essere crudele contro chi meritava i 3 punti. E a volte, si deve sfidare la crudeltà di questo gioco, senza commettere troppi falli negli ultimi 10 minuti, senza buttare via troppi palloni la davanti, tenendoli di più. Ecco, in questo il Palermo è indietro. Manca esperienza, abbonda l’ingenuità. La strada però è quella giusta, i giocatori hanno trovato condizione fisica e mentale e quella dell’eleganza “mascherata”, può essere un segreto.

Bello prima, bruttino poi. Elegante prima, efficace poi. L’impressione è che il bello possa ancora venire, considerando che moltissimi calciatori dovranno recuperare la migliore condizione e i rosa, dovranno giocare le prossime 4 in casa (evento mai successo nella storia del calcio italiano). Ci sono le armi, c’è fiducia. Il Palermo non poteva stare in fondo al tunnel e adesso lo sta soltando dimostrando all’intero girone C.