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Proposta shock: “Per i negazionisti niente terapia intensiva”

Un economista lancia la proposta dalle colonne del tabloid più diffuso per cercare di svegliare il Paese. Il tasso di contagi è alto ma troppa gente non segue le raccomandazioni governative. Per questo il dottor Oggier dice: “Con le strutture piene chi nega il virus non sarà curato”.

Questo il titolo di un articolo sull’edizione online di Repubblica.

Non porti la mascherina? Non mantieni le distanze? Pensi che il Covid 19 sia una semplice influenza e scendi in piazza a manifestare contro le restrizioni? Allora sei un negazionista e, se dovessi ammalarti e aver bisogno di una terapia intensiva, non ne potrai usufruire se gli ospedali dovessero essere saturi.
Questa l’apertura dell’articolo di Francesco Zantonelli che riporta la provocazione del dottor Willy Oggier, economista specializzato in sanità, pubblicata sul maggiore tabloid svizzero Blick.
Oggier vive in un elegante paese alla periferia di Zurigo, Küssnacht, lo stesso posto dove vive la pop star Tina Turner.
La proposta forte arriva alla luce della considerazione dell’atteggiamento troppo rilassato rispetto alla pandemia con assembramenti nelle grandi aree urbane.

La proposta ha trovato consensi soprattutto fra i medici, come dichiara a Repubblica il dottor Christian Camponovo, direttore della Clinica Moncucco di Lugano, uno dei due ospedali Covid del Canton Ticino: “Penso che la sua considerazione non sia completamente sbagliata, esiste una responsabilità individuale dove ognuno è libero di fare e di dire quello vuole, ma poi vi è anche una responsabilità collettiva, che è quella di preservare le strutture sanitarie dalla saturazione. Prima di parlare ciascuno deve assumersi la responsabilità di quello che dice e, quindi, deve essere disposto a subirne le conseguenze“.

Di posizione contraria il sociologo dell’Università di Ginevra Sandro Cattacin che dichiara: “I negazionisti sono persone come le altre, e quindi i medici devono rispettare il diritto alla cura che è un obbligo costituzionale. Nella prima fase della pandemia le tesi negazioniste erano cavalcate da una minoranza, appartenente ai movimenti cospirazionisti. Oggi, invece, siamo di fronte a una crisi sanitaria. Secondo un’inchiesta, uscita di recente in Svizzera, metà della popolazione vive in uno stato ansioso. E l’ansia spesso è l’anticamera della depressione“.

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