L’Isola ha attraversato il picco della curva epidemica: la conferma arriva dal modello statistico del gruppo Covistat19 del dipartimento di scienze economiche, aziendali e statistiche dell’università di Palermo.
Questo il titolo di un articolo sull’edizione online di Repubblica, oggi in edicola
Anche in Sicilia il peggio sembra passato: i dati di ieri, che rilevano 1.306 nuovi positivi su 9.963 test (il 21 novembre erano 1.836 a fronte di 9.386 tamponi) sono il segno (non l’unico) che l’Isola ha attraversato il picco della curva epidemica, ovvero il periodo in cui si osserva il maggior numero di contagiati.
Questa l’apertura dell’articolo di Giusi Spica che sottolinea come spinge ad essere leggermente ottimisti la percentuale fra positivi e tamponi effettuati che è scesa al 15% mentre una settimana fa era del 20%. E le previsioni dicono che da oggi in avanti il numero di nuovi positivi dovrebbe progressivamente descrescere. Le parole del prof. Muggeo (docente di statistica e coordinatore del gruppo covistat19 del dipartimento di scienze economiche, aziendali e statistiche di Unipa): “Questo non significa che ogni nuovo conteggio sarà sempre inferiore a quello del giorno precedente, ma che il trend che caratterizzerà la diffusione dell’epidemia sarà negativo portando ad un indice di trasmissibilità Rt inferiore ad 1… In alcune regioni c’è già una forte evidenza statistica del superamento del picco: per esempio Toscana, Lombardia, e soprattutto Campania che ha anticipato le misure di distanziamento sociale e dove il picco è stato stimato in corrispondenza del 2-3 novembre. Questo depone a favore dell’evidenza del picco anche in Sicilia, perché è ragionevole pensare che il comportamento della curva nelle diverse regioni sia sostanzialmente simile”. Ed anche i posti occupati nei reparti di terapia intensiva sembrano avere una sensibile riduzione.
Insomma, la Sicilia raccoglie adesso i frutti delle misure di contenimento che, come è successo nella prima ondata di marzo, hanno portato ad una frenata dei contagi, scrive Giusi Spica nel suo articolo.
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