Viaggio nei Comuni Covid-free: “Siamo isole felici, il virus lo vediamo solo in tv”.
In alcuni piccoli paesi siciliani la pandemia non è mai arrivata. Pochi locali, vita sana e ironia: “Magari e merito del santo patrono. Ma facciamo gli scongiuri”
C’è chi parla di miracolo del santo patrono e chi benedice l’isolamento geografico. E chi, non si sa mai, tocca ferro. Di sicuro la fortuna dei paesi non colpiti dal Covid, dall’inizio dell’emergenza ad oggi, è quella di essere centri piccoli, con poche attività e pendolari. Tutti comuni con meno di mille abitanti e una popolazione mediamente anziana: Campofelice di Fitalia, Gratteri, Sclafani Bagni, Cassaro e Sperlinga. “Stiamo anche più attenti, perché se entra il virus non resta più nessuno”, avvertono i cittadini.
Questa l’apertura del’articolo di Isabella di Bartolo e Giorgio Ruta.
Parte da Cassaro, provincia di Siracusa, il viaggio tra i comuni Covid-free. La sindaca, Mirella Garro, non nasconde la sua scaramanzia: “Non abbiamo mai avuto un caso, ma speriamo, adesso che stiamo parlando, non ne spunti qualcuno”. Il motivo è presto spiegato: “Da noi c’è una sorta di lockdown permanente perché si esce poco, non c’è un ristorante, figuriamoci un pub“.
Ciò che in origine poteva sembrare uno svantaggio, oggi è una protezione. Anche in ambito scolastico le cose non sono poi così diverse: “In totale abbiamo 34 bambini dai 3 ai 13 anni – aggiunge il sindaco – e due classi, una per l’elementare e una per le medie, che non hanno certo bisogno di accorgimenti perché sono davvero grandi“.
E se qualcosa di buono il Covid l’ha fatta, è riportare il turismo in una cittadina come questa, proprio per l’assenza del virus… in questo comune. Record di presenze turistiche: ben 150.
Storia simile a quella di Campofelice di Fitalia, 500 abitanti nell’entroterra palermitano. Qui, una decina di vecchietti trasferiti da anni in città più grandi hanno deciso di tornare al paese natio per difendersi dal virus.
“Abbiamo avuto un gran senso di responsabilità – racconta il sindaco Pietro Aldegheri – Si pensa che è più facile rispettare le distanze, ma è vero fino a un certo punto. Siamo tutti parenti e così tra zie, cugine, cognati e compari i congiunti a tavola rischiano di essere davvero troppi“. Ma è bene invitare alla prudenza, soprattutto tra i giovani: “C’è poco da scherzare, però – continua il primo cittadino – se il virus arriva, vista l’età media, rischia di dimezzare il paese“.
Il miglior rimedio contro la paura del virus è la fede, e nei paesi la protezione del Santo Patrono. Come racconta il sindaco di Gratteri Giuseppe Muffoletto: “C’è chi attribuisce la nostra felice situazione sanitaria a San Giacomo apostolo. Di sicuro, c’è stato un alto senso civico da parte di tutti“, ragiona il primo cittadino del centro madonita.
C’è poi chi il virus lo ha visto solo in televisione, come nel piccolo comune palermitano di Sclafani Bagni, terzo più piccolo della Sicilia. Almeno fino a qualche giorno fa: un test rapido è risultato positivo e si aspetta conferma. “Dovrebbe essere un falso positivo“, assicura il primo cittadino Giuseppe Solazzo. A Sclafani ci sono un tabacchi, un alimentare e un panificio. Stop. “Gli unici pendolari sono sei studenti che vanno alle superiori. Ma al momento seguono le lezioni a distanza“, osserva il sindaco.
Un’altra tesi è quella sostenuta da Giuseppe Cuccì, sindaco di Sperlinga nell’Ennese: ciò che salva è la qualità della vita. «Aria salubre e cibo semplice. Abbinati al rigore, sono la formula vincente».
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