Nuovo Dpcm Natale 2020, no agli spostamenti tra Regioni e scuole chiuse un altro mese.
Sul Dpcm del 4 dicembre continua il confronto anche all’interno della maggioranza. A Natale divieto di spostamenti tra regioni , anche in zona gialla, e scuole chiuse fino a gennaio: questa la linea del governo, che discute se anticipare il rientro degli studenti delle superiori.
Il rischio che la Befana ci porti la terza ondata del virus fa paura, eppure il governo pensa di non imporre un numero massimo di persone peri cenoni natalizi. Il confronto è vivo e la strada che i ministri Francesco Boccia e Roberto Speranza hanno indicato a governatori e sindaci in vista del Dpcm del 4 dicembre è «tirare il freno adesso, per scongiurare la terza ondata mentre si cerca di vaccinare le persone».
È la linea dura, suggerita dal Comitato tecnico scientifico che osserva come la pressione sugli ospedali è ancora «molto elevata e non in regressione» e che «un rilassamento prematuro e un abbassamento dell’attenzione nei comportamenti» avrebbero conseguenze drammatiche.
Dunque per il periodo delle feste saranno vietati tutti gli spostamenti fra le diverse Regioni, anche quelle gialle. Significa nessun ricongiungimento fra parenti che vivono in regioni diverse. Stop al tradizionale ritorno al paese per chi lavora al nord. Ma non solo: contro il parere degli esperti, anche le scuole superiori resteranno chiuse fino alla befana. E su questo argomento c’è la condivisione unanime di tutti i presidenti di regione. “Sarà un Natale diverso, o a gennaio rischiamo un alto numero di decessi“, dice il presidente Conte.
Ma all’interno della maggioranza, M5s e Italia Viva sponsorizzano una riduzione graduale della didattica a distanza per i liceali già da dicembre, forse dal 14 dicembre, nelle aree a più basso contagio.
Vediamo in sintesi cosa sarà previsto per queste imminenti feste di Natale:
Confini regionali– Anche se tutta l’Italia diventerà gialla, non saranno consentiti gli spostamenti fra Regioni, limitati solo a coloro che devono tornare nei comuni di residenza. Sotto esame la possibilità di favorire, in condizioni particolari, i ricongiungimenti familiari. Rimane quindi la possibilità di tornare a casa, per il resto le deroghe saranno limitate a pochi «casi di necessità», come andare dai genitori anziani o da un nonno rimasto solo, sempre con autocertificazione.
Seconde case– Se prima delle festività tutta Italia sarà nella fascia di rischio più bassa, dalle aree gialle ci si potrà trasferire nelle seconde case, anche in un comune diverso da quello di residenza: senza però superare i confini regionali. In fascia arancione o rossa il trasferimento fuori dal proprio comune non è consentito.
Ristoranti e negozi – L’orario di chiusura dei negozi sarà probabilmente spostato alle 21 per garantire uno scaglionamento dei flussi nello shopping natalizio. L’idea del fronte del rigore è che bar e ristoranti debbano chiudere alle 18 anche durante le feste ; non sarà ammessa nessuna deroga e quasi sicuramente resteranno chiusi nelle intere giornate di Natale e Santo Stefano. Ma le Regioni protestano.
Coprifuoco e negozi – Conte vorrebbe far rientrare gli italiani a casa dopo la mezzanotte il 24 dicembre; il ministro Boccia ha gelato le attese: «Non sarebbe un’eresia far nascere Gesù Bambino due ore prima, eresia è non accorgersi dei malati». Coprifuoco alle 22 anche a Natale e a Capodanno, insomma. E il cenone? «Bisogna limitare il numero dei commensali», sprona Speranza. Ma Conte frena e così i renziani. Alla fine è probabile che sarà confermato il coprifuoco attualmente in vigore senza deroghe, neppure a Natale e Santo Stefano. Questo per scoraggiare raduni casalinghi e spostamenti.
Il coprifuoco alle 22 determinerà un anticipo delle messe natalizie, questione sulla quale la Conferenza espiscopale ha confermato la sua disponibilità.
Viaggi e sci– Quanto ai viaggi, al ritorno dall’estero bisognerà fare il tampone o stare due settimane in quarantena.
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