Lorenzo Lucca è stato senza ombra di dubbio l’uomo partita di Palermo – Viterbese: nel deludente pareggio dei rosanero per 3 – 3 l’ex primavera del Torino è autore di una provvidenziale doppietta. Primi due gol in stagione e sconfitta evitata.
Fin qui tutto perfetto, se non fosse per l’esultanza sfoggiata dall’altissimo attaccante. Esultanza rabbiosa, anche provocatoria? Nei confronti, presumibilmente, dei giornalisti presenti in tribuna stampa (dato che non c’era pubblico). Il motivo? Evidentemente Lucca era risentito per via di qualche critica arrivata da chi come noi, per mestiere, analizza nel bene o nel male (con le proprie competenze) le prestazioni della squadra e dei singoli calciatori.
Giocare a Palermo deve essere una sensazione strabiliante: tanti soldi, bel tempo, bella città, bel mare e diversi svaghi. Per non dimenticare una tifoseria calda che sa voler bene ai propri giocatori e come se non bastasse una squadra competitiva. Ma stare nel Palermo comporta anche delle responsabilità, delle pressioni. Insomma ci sono oneri e onori.
Per quanto sia bello essere elogiati, ogni tanto bisogna accettare anche le critiche, che esse possano apparire giuste o sbagliate. Fa parte del lavoro del calciatore professionista, lasciarsi scivolare tutto addosso. Non mi sembra che il buon Lucca abbia avuto da ridire quando in estate veniva dipinto come uno dei punti di forza di questo Palermo. Quando addirittura diversi colleghi lo ponevano come titolare di questa squadra.
Il supremo è il campo. Il miglior giornalista, il miglior giudice è sempre il campo. E fino a ieri, il terreno di gioco aveva parlato chiaro: 0 reti e prestazioni deludenti, sia pur per diverse attenuanti che potrebbero essere dati al giovane calciatore. Legittimo giocare male, capita ai migliori campioni, figuriamoci in Serie C e quando ciò accade si è sottoposti a delle osservazioni che ovviamente non fanno piacere, ma rispecchiano effettivamente la realtà. La migliore risposta è fare ciò che ha fatto Lucca ieri in campo: i gol. L’unico antidoto. Senza poi sfociare in gesti irrispettosi.
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