L’ex capitano vittima di un gesto intimidatorio, nei giorni scorsi bruciata la porta dell’abitazione.
Il calciatore finisce sotto scorta con la famiglia. E intanto non si allena.
Questo il titolo del Giornale di Sicilia, oggi in edicola.
A Foggia si cerca un po’ di tranquillità dopo l’atto intimidatorio nei confronti di Federico Gentile, centrocampista rossonero che nella notte tra martedì e mercoledì ha visto la porta della propria abitazione incendiata da ignoti.
Inizia così l’articolo di Benedetto Giardina che descrive l’atto vandalico subito dal giocatore del Foggia che sta valutando l’idea di lasciare club e città.
Sulla vicenda indagano gli inquirenti mentre la squadra si è allenata senza la presenza di Gentile. La società sta valutando anche l’ipotesi di non scendere in campo contro il Palermo, ma sembra una cosa piuttosto remota. Scosso lo spogliatoio così come il giocatore a cui la società sta pensando di affidare nuovamente la fascia di capitano.
Il prefetto Raffaele Grassi, dopo un vertice in videoconferenza col presidente di Lega Pro Ghirelli e previe intese con le forze di polizia, ha disposto una scorta per il calciatore e per la sua famiglia, scrive Giardina.
Ed è scontro fra il sindaco Langella e gli ultras del Foggia che attraverso un comunicato hanno ribattuto alle parole del sindaco che a sua volta ha precisato: “Non mi pare pare di aver mai nominato la Curva Nord del Foggia Calcio; così come non mi pare neanche di averli neanche lontanamente associati ai responsabili di un tale gesto”.
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