Il Palermo è sempre stato un club ambito in tutta Italia. Malgrado la storia dei siciliani non rispecchi totalmente il valore di una piazza desiderata da tantissimi imprenditori, il blasone e le potenzialità del territorio palermitano hanno sempre affascinato, e continuano a farlo.
Dopo la triste scomparsa del club rosanero nel 1986 e fino all’arrivo di Franco Sensi, si sono avvicendati una serie di Presidenti che hanno cercato di dare, chi più chi meno, una stabilità finanziaria e sportiva al progetto di risalita del Palermo. Non sempre le intenzioni sono coincise con i fatti: fino alla fine dello scorso millennio la squadra siciliana ha vissuto un periodo opaco della propria storia, conoscendo le basse categorie del professionismo italiano, con qualche breve apparizione in Serie B.
Ciò che molti non sanno, però, è che c’è stato un momento in cui Flavio Briatore ha pensato di comprare il Palermo. Sì, avete capito bene: lo stesso imprenditore noto, tra le altre cose, nel mondo della Formula1, per un breve (ma intenso) periodo di tempo ha ponderato l’idea di diventare il proprietario dei rosanero.
Nel 2000 il Palermo, dell’allora presidente Giovanni Ferrara, stava cercando spasmodicamente un acquirente per rilevare la squadra siciliana, vista soprattutto la volontà della proprietà di vendere le proprie quote e dedicarsi ad altro. A quel punto sul team rosanero si sono poggiati non pochi occhi: fra questi vi furono quelli di Flavio Briatore. L’imprenditore piemontese aveva intenzione di comprare il Palermo per renderlo molto vicino alla Juventus e al Milan, viste le sue strette amicizie di allora con Luciano Moggi e Adriano Galliani. In sostanza i rosanero sarebbe potuti diventare una sorta di succursale per due dei club strisciati più famosi in Italia e nel mondo.
Ma non solo: a quanto pare tra i progetti di Briatore c’era anche quello di costruire una cittadella sportiva a Palermo, in modo da dotare la città di un’impiantistica sportiva all’avanguardia e che potesse permettere di rientrare dall’investimento effettuato per l’acquisizione della squadra. Ci fu addirittura un momento, tra fine gennaio e i primi dieci giorni di febbraio del 2000, dove sembrava che la trattativa fosse in dirittura d’arrivo: alla fine, però, tutto sfumò. Verso la fine dello stesso mese e i primi giorni di marzo si andò formando una cordata tutta italiana, capeggiata da Franco Sensi – ma che inizialmente doveva comprendere anche Gaucci, Cecchi Gori e Cragnotti – per acquisire il Palermo ed evitare che la squadra del capoluogo siciliano finisse nell’orbita bianco-rossonera.
Alla fine dei giochi della cordata non se ne fece più nulla, e fu il “solo” Sensi ad acquistare il Palermo, mentre Briatore aveva deciso di ritirarsi dalla trattativa appena un paio di giorni prima dal cosiddetto closing tra l’allora proprietario della Roma e Ferrara.
Con i “se” e con i “ma” non si fa la storia, questo è indubbio; però, nella fantasia di qualche palermitano, un mondo ipotetico con l’imprenditore del Billionaire Life presidente del Palermo può stuzzicare, e non poco.
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