Leonardo Marson sarà uno dei tre ex di Vibonese-Palermo. Nato a Udine, ma cresciuto nelle giovanili rosanero a partire dal 2014. Soltanto due anni dopo viene aggregato in prima squadra come terzo portiere. Davanti a lui Josip Posavec Andrea Fulignati. Il campo quell’anno lo ha visto poco e nulla, ma gli restano tanti bei ricordi della terra siciliana. Domenica, al “Luigi Razza”, spetterà proprio a lui difendere i pali contro la sua ex squadra.

Vibonese-Palermo agli occhi di Marson

Il giovane portiere arriva carico alla sfida contro il Palermo. Nello scorso turno, infatti, ha fermato Mirco Antenucci su calcio di rigore regalando ai suoi il pari. “Dopo il pareggio di Bari mi hanno scritto in tanti, anche qualche tifoso del Bari arrabbiato, mettiamola così. Ma hanno prevalso i complimenti. Eppure della parata più bella non se ne è accorto nessuno sul palo di Antenucci, l’ho spizzicata e spedita sul palo. Se ne sono accorti solo i miei difensori e Antenucci. Sul penalty avevo studiato ed è andata bene”, ha raccontato Marson ai microfoni di GianlucadiMarzio.com.

L’ultimo a parare un calcio di rigore al giocatore del Bari era stato addirittura Samir Handanovic nel 2018. Uno dei suoi modelli in porta, ma non l’unico. “Il paragone ora è ardito. Un portiere che ammiro e apprezzo tanto. Lo trovo freddo, razionale. Una caratteristica che penso di avere anche io durante la partita. Non si fa condizionare da quello che succede in campo”.

Domenica, per Leonardo Marson, sarà una sfida tra passato e presente. Un passato che non dimentica. “Palermo è diventata una seconda casa, l’esperienza più formativa della mia carriera. Da cinque anni sono fidanzato con una ragazza di Palermo, è stato il mio benvenuto al Sud”. Il ricordo più bello, anche se amaro, è probabilmente la finale con il Palermo Primavera persa a Viareggio contro la Juventus: “Era una squadra di grande qualità, gente che oggi è in A come Pezzella e La Gumina, un gruppo di tutto rispetto. Ci siamo tolti belle soddisfazioni sia dal punto di vista personale che di squadra. I rapporti sono ottimi con tutti. Quest’anno a Vibo mi sono ritrovato con Plescia e Ambro”. 

Insieme a loro tenderà di tendere delle insidie ai rosanero. “Abbiamo il merito di non partire mai sconfitti: contro Ternana, Bari e Teramo, le prime 3 in classifica, abbiamo fatto 2 punti e contro la Ternana abbiamo perso solo nel recupero. Spero sia l’annata della maturità definitiva”. Leonardo Marson, infatti, punta in alto. “Due anni fa ho fatto 20 presenze a Olbia in C alla mia prima esperienza tra i pro, poi l’anno scorso il lockdown mi ha fermato a Cesena. Ora a Vibo spero di riprendere a rendere come promettevo qualche anno fa. Per come avevo iniziato, con Palermo e Sassuolo, il mio sogno a lungo termine è di arrivare in Serie A. Però devo restare umile, altrimenti non si va da nessuna parte”.

Gli idoli del giovane portiere

Per crescere giorno dopo giorno Leonardo Marson si ispira ai suoi idoli. “Buffon è un riferimento, anzi il modello principe. Dal punto di vista tecnico mi piace tanto Oblak dell’Atletico Madrid, lo ritengo un po’ il migliore in campo. A me piacciono quei portieri meno appariscenti e molto concreti”. 

E ai modelli provenienti dalla sua terra, come Dino Zoff un tempo e Alex Meret Simone Scuffet oggi, si aggiungono anche quelli “palermitani”. Su tutti Stefano Sorrentino. “Per me è stato importantissimo. All’inizio mi punzecchiava spesso e a 17 anni non sempre hai la bravura di capire il senso di quei gesti. Dopo un paio di settimane ho capito che lo faceva per il mio bene, perché intravedeva delle doti e dei margini di crescita in me. A 37 anni si allenava come un ragazzino. Mi ha insegnato che ogni allenamento va vissuto come se fosse una partita”. 

E non va dimenticato anche Gianluigi Donnarumma, con cui ha militato nelle giovanili del Milan. “Arrivava da Castellammare, aveva 15 anni ma faceva impressione. Non ho mai visto una cosa così, si vedeva dalle prime parate che aveva doti straordinarie naturali fuori dal comune. Poi col tempo ha avuto la voglia e la forza di non accontentarsi di quelle qualità e migliorarsi ancora”.

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