Che bello il calcio che non dà certezze e consente ad ognuno di esprimere il proprio punto di vista. Così di fronte a un Boscaglia soddisfatto e contento della prestazione della squadra, c’è un popolo rosanero che si dispera e si strappa i capelli, per qualcosa che poteva essere ma che ancora una volta, non è stato.
Il Palermo sciupa l’ennesima occasione per provare a dare un senso compiuto al suo campionato e per provare a tirarsi fuori dall’anonimato che lo continua ad attanagliare in mezzo alla classifica. Insignificante. E ancora una volta fallisce nell’impresa.
Siccome il calcio non è la boxe e non si può vincere ai punti, finisce in parità una gara che i rosanero avrebbero dovuto vincere. Una gara modesta per la verità, ravvivata soltanto da 3-4 occasioni per i rosanero ed una per la Vibonese che un ottimo Marson ed un attento Pelagotti neutralizzano. D’accordo, il Palermo avrebbe meritato di vincere perché ha costruito di più e Marson ha fatto 2-3 miracoli. Ma il portiere, solitamente, è pagato proprio per questo, per non far segnare gli avversari dunque sottolineare le prodezze di Marson non serve ad attenuare un pareggio che ha il sapore di una sconfitta. Perché la Vibonese, a memoria, gioca oggi il calcio più modesto fra le avversarie finora incontrate ed in più regala al Palermo una mezz’oretta con l’uomo in più. Ma per questi 30 minuti, purtroppo, non si capisce che il Palermo ha questo grosso vantaggio dalla sua parte.
CERTE GARE SI VINCONO SENZA SE E SENZA MA
Gare come queste, dove comandi il gioco per tutta la partita e con l’uomo in più per tanto tempo, le devi comunque portare a casa indipendentemente dai miracoli del portiere avversario. Ed invece nulla e si continua a ripetere la solita litania che sembra ormai un disco rotto: “dobbiamo lavorare, dobbiamo crescere, la prossima volta vedrete che…“. L’interminabile condizione dell’attesa.
Aspettando Godot: cioè l’esasperante attesa di un qualcosa che non avviene mai, di cui non si vede la fine.
La svolta, la crescita, il cambiamento, arriveranno, forse domani, si recita e si ripete ogni giorno, nel dramma dell’assurdo scritto da Beckett nel 1953.
Fortunato è colui che non ha più aspettative. Ed il popolo rosanero si avvia inesorabilmente a questa estrema condizione di fortuna. Che bello…
Ma il messaggio di Beckett nel suo famosissimo dramma teatrale ci insegna qualcosa di diverso. E’ inutile stare fermi nell’attesa che succeda qualcosa.
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Ottimo articolo,
Questa squadra è modesta e può ambire al massimo al 10° posto.
E non succederà niente fino al 2022, prima viene il progetto centro sportivo e poi la promozione.