Durante la conferenza stampa di fine anno organizzata dal Consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti, il Premier Conte ha dichiarato: “Il vaccino? Lo farei anche subito”. Secondo il Premier quindi, l’unica via d’uscita dalla pandemia sembra essere appunto il vaccino. Immediatamente dopo ha chiarito che aspetterà il suo turno, e che ad oggi è giusto che a vaccinarsi siano le categorie più a rischio. Il famoso “V-day” è cominciato in 20 regioni italiane il 27 dicembre scorso ed è tutt’ora in corso.
Prima della categoria “cittadini comuni” avranno la precedenza circa 1,8 milioni di persone: operatori sanitari e residenti delle Rsa. Successivamente sarà il turno di 1,4 milioni di anziani definiti come “categoria debole” poi 13 milioni fra 70enni e 80enni per terminare con i malati cronici di numero pari a 7 milioni.
Ha poi smentito la possibilità di rendere obbligatoria la vaccinazione affermando: “In primavera inoltrata, non credo prima di aprile, dovremmo completare la fase 1 del piano vaccinale, quando avremo raggiunto 10 milioni di vaccinati. Abbiamo avuto per il primo giorno 9750 dosi iniziali, ora abbiamo un piano di 470mila dosi a settimana: entro gennaio arriveremo 2,3 milioni di vaccinati. Poi dovrebbe aggiungersi anche il vaccino di Modena entro fine gennaio“, e aggiunge: “Ho fiducia nel raggiungere una buona fetta della popolazione anche su base facoltativa”.
Proprio sul vaccino di Modena (Oxford-AstraZeneca), Michele De Luca, professore ordinario di Medicina Rigenerativa all’Università di Modena e Reggio Emilia dichiara: “Bisogna rassicurare gli italiani sulla certezza che Ema, l’Agenzia europea per i medicinali, e la Fda Food and Drug Administration non daranno autorizzazioni su un eventuale vaccino anti-Covid se non in possesso di dati chiari e certi sulla effettiva sicurezza. Il prodotto che verrà iniettato sarà sicuro“.
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