I dati Google analizzano che solo la zona rossa ha frenato gli spostamenti degli Italiani, ma che nel giorno del 22 e 23 dicembre, il dato sulla mobilità è schizzato alle stelle.
Come se non bastasse, come sottolinea l’articolo di Repubblica, il virus torna a galoppare in Sicilia, a una velocità sopra la soglia d’allerta. I contagi aumentano del 36% in una settimana.
Aumentati i ricoveri nell’Isola, a partire dal 28 dicembre, un dato in controtendenza con la media nazionale.
Così come si distendono a macchia di leopardo diversi focolai, e questo fa propendere per la decisione di una nuova zona arancione per la Sicilia.
Secondo i dati che regolano la decisioni delle zone, la Sicilia sarebbe ben oltre la zona gialla e ad un passo dalla zona rossa.
Tutti i parametri sono infatti peggiorati nella Regione: aumentati i positivi, così come il numero di tamponi positivi passati dal 10,5% di una settimana fa al 14,1 di oggi.
Dal 28 dicembre si registra una brusca accelerata, è anche un problema di organizzazione, afferma il professore Corrao, primario del reparto di Medicina Covid al Civico di Palermo e membro del Cts siciliano.
“Quando si accumulano pazienti da ricoverare nei pronto soccorso la linea sale, poi scende il giorno dopo quando si svuotano e risale quando si riempiono di nuovo.
La situazione sembra differente in Italia, ma probabilmente in modo progressivo si arriverà a un aumento“.
Sembra incidere anche il numero di focolai, sinora 538. Quello di Capizzi, nel Messinese, ha fatto storia, con 80 positivi, il comune è stato dichiarato zona rossa sino al 13 gennaio.
A Raffadali, in provincia di Agrigento, una cena di Natale ha invece contagiato 30 invitati. Un aumento quindi spesso legato al mancato rispetto delle regole.
Un Natale in cui non siamo stati più buoni. Anzi.
Nei giorni fra Natale e Capodanno — quando vigeva, l’arancione, con negozi aperti e ristoranti chiusi — gli spostamenti di Palermo, Catania e della Sicilia sono tornati oltre i livelli di fine novembre.
Degli spostamenti che hanno raggiunto livelli che hanno superato persino quelli di prima della pandemia, secondo i dati Google. Rispetto ad un anno fa ci si è mossi, nel periodo delle zone gialle il 4% in più, e che a Palermo raggiunge addirittura il 13%.
Il giorno successivo ancora peggio: in tutta la Sicilia gli spostamenti erano il 6,7% in più rispetto a gennaio, a Catania il 9% e a Palermo il 17.
Un crollo vertiginoso si è registrato solo in zona rossa dove solo un quinto dei siciliani si è mosso.
Ma quando si è ritornati in zona arancione, le stesse identiche persone che si sono mosse a novembre, si sono mosse in quel piccolo frangente.
Questi dati confermano quindi che soprattutto palermitani e catanesi, in generali i siciliani, si sono mossi di più quest’anno in zona gialla, che lo scorso anno senza pandemia. A protestare ora sono i ristoratori, coloro che sono rimasti chiusi in questo periodo di feste.
L’impennata del 22 e del 23 dicembre sembra riguardare alimentari e vie dello shopping, mentre altri tragitti sono stati scelti negli altri giorni.
E’ quindi certificato che le misure di zona gialla e zona arancione non facciano diminuire gli spostamenti, così congegnate. Lo certificano proprio i due studi: sia quello di Apple che quello di Google. Solo la minaccia di una sanzione ha indotto la Sicilia a rimanere in casa.
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