Secondo la Procura è stata proprio la badante dell’anziano, insieme al marito e a un complice, ad aver eseguito il colpo a marzo del 2019, portando via una cassetta con dentro orologi e soldi per un valore complessivo di 30 mila euro.
Era stata proprio la badante a denunciare di aver assistito ad una rapina ma dalle indagini della polizia è venuto fuori che si trattava di una semplice montatura, perché è stata proprio lei ad organizzare il colpo.
Eseguendo delle indagini, infatti, la squadra investigativa del commissariato Libertà si è resa conto che sulla porta blindata non c’erano segni di effrazione, segni che la donna invece ha dichiarato durante la denuncia.
Non sono emersi neanche segni di forzatura causati da una lastra radiografica, che invece è stata trovata all’ingresso, secondo gli inquirenti, per simulare la rapina.
Controllando la casa, l’unica stanza in cui i rapinatori avevano controllato era la stessa dove c’era la scatola di metallo con i soldi, segno che i rapinatori sono andati a colpo sicuro.
Infine, dalle immagini registrate dalle telecamere di sorveglianza del condominio, la squadra investigativa si è resa conto che le fasi dell’ingresso e dell’uscita dei rapinatori sono avvenute in un lasso di tempo molto breve ed incompatibile con le fasi di una vera rapina.
Oggi per la donna di 43 anni, il marito di 45 e il loro complice di 40, sono scattati gli arresti domiciliari con l’accusa di furto aggravato
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