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La prossima volta sarà quella buona. Strategie per soffrire meno…

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Palermo – La prossima volta sarà quella buona. Strategie per soffrire meno…

Ci sono i metereopatici ed i rosaneropatici. Fra i primi ci stanno coloro che cambiano umore a seconda delle condizioni del tempo, dei cambiamenti climatici. Fra i secondi quelli che cambiano umore a seconda dei risultati del Palermo. Ed è ai secondi che mi rivolgo, a tutti coloro che si guastano la giornata (sia essa domenica o infrasettimanale) quando i rosanero non ottengono un risultato positivo. E ultimamente immagino che saranno state domeniche piuttosto tristi. C’è chi va a letto prima per non continuare a pensare alla partita; chi salta la cena o ha l’appetito chiuso. A tutti coloro, a quelli cioè che soffrono veramente ( e non sono pochi), vorrei dedicare queste brevi riflessioni con la speranza che possano servire a dare un minimo di conforto. Trovare cioè una strategia che possa aiutarli a superare autentici momenti di difficoltà.

Per soffrire di meno, un trucco può essere non avere molte aspettative, molte speranze, molte ambizioni. Se si continua a guardare la classifica sperando che si possa raggiungere davvero il terzo o quarto posto, si finisce immancabilmente per andare incontro a giornate grigie se non proprio nere. Perchè domenica dopo domenica, partita dopo partita, si raccolgono soltanto delusioni, occasioni mancate, sprecate , mentre si assottiglia sempre di più il numero di gare complessivo attraverso cui sperare di recuperare i tanti punti che mancano. In una parola sola: rassegnazione.

Si rassegnino (rassegnamoci) ad un campionato di mediocrità, di centro classifica, senza traguardi nobili o velleitari. Non va visto necessariamente come un fallimento. Purtroppo esistono stagioni che nascono male e non si riesce a raddrizzare. Rassegnamoci, questa squadra non riesce ad ingranare, a carburare ed ogni settimana sembra sempre lo stesso copione: belle intenzioni, sincere speranze, autentici buoni propositi poi puntualmente disillusi. Ed il problema maggiore è che non si capisce bene dove intervenire. Sulla testa? Sul fisico? Sul modulo? Sui singoli giocatori? Sulla formazione?

Sono d’accordo col presidente Mirri quando dice che il problema non è avere o non avere uno o due giocatori in più. E’ così, perché i mali sembrano maggiori e più ampi. E’ difficile però capire in che ordine di importanza vanno collocati i problemi di questa squadra che da 19 partite non riesce ad inserire la marcia giusta. Organico sopravvalutato? Scelte tecniche discutibili? Cambi errati? Assenza dell’attaccante di peso? Mancanza di personalità o cattiveria agonistica? Incapacità di capire come la maglia rosanero non è un peso schiacciante ma una responsabilità che implica doverla onorare dando sempre qualcosa in più?

Tante domande che ormai da troppe settimane ci facciamo e che ci ripetiamo puntualmente ad ogni fine gara. E questo perché si è sempre alla ricerca della ripartenza, vivendo nella speranza di poter cominciare un percorso che possa portare a zone nobili della classifica. Se si smette di aspirare al top probabilmente si soffre meno. Genera sofferenza pensare che la prossima volta sarà quella buona.
Il nuovo step, dopo aver digerito l’impossibilità della promozione diretta, dovrà essere pensare ragionevolmente ad una stagione di passaggio, vivendo alla giornata e garantendosi prima possibile la salvezza. Per il momento, le prestazioni di questa squadra non autorizzano sogni di altra natura.

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