Il giallo di Caccamo continua con le testimonianze degli amici dei due giovani. Le dichiarazioni del ragazzo sembrano avere diverse incongruenze motivo per cui gli investigatori sostengono siano assolutamente false. Secondo questi, Pietro Morreale dopo essersi disfatto del corpo della giovane, avrebbe costruito un alibi mandando un messaggio ad un amico chiedendo dove fosse la ragazza.
Dagli interrogatori sembrerebbe non essere emerso nulla: Morreale non ha risposto a nessuna accusa limitandosi col dire: “Non l’ho uccisa”. Un’altra incongruenza riscontrata dai pm risulta essere la versione data domenica mattina ai carabinieri. Secondo Morreale dopo la festa i due si sarebbero appartati in auto e dopo un litigio la ragazza si sarebbe data fuoco con la benzina che Morreale aveva con sé in macchina. Lui avrebbe tentato di fermare la 17enne e poi sarebbe tornato in casa fortemente turbato. La mattina seguente ha riferito ai genitori che lo hanno accompagnato in caserma per denunciare il fatto. Secondo i pm però: “presenta alcune determinanti incongruenze che raffrontate con altre dichiarazioni costituiscono un quadro indiziario particolarmente grave”.
Ad incastrare il giovane sono state le immagini delle telecamere di videosorveglianza: risulta che l’auto del giovane abbia fatto avanti e indietro dal luogo del rinvenimento del corpo 4 volte, dalle ore 2.30 alle 3.38 di sabato notte. Ulteriori dati verranno forniti dall’autopsia che oggi verrà effettuata sul corpo della ragazza al Policlinico di Palermo.
I carabinieri sono ad oggi in possesso di diverse dichiarazione degli amici dei due giovani; un amico della vittima ha infatti dichiarato: “L’avevo esortata a chiudere la relazione perché sapevo che sarebbe successo qualcosa di brutto, ma lei rispondeva che aveva paura che facesse del male a lei o alla sua famiglia”. Sabato notte, ha dichiarato il testimone, la ragazza avrebbe mandato un messaggio dicendo che Morreale avrebbe voluto un rapporto sessuale con lei, dopo avrebbe scritto che sarebbe tornata alla festa.
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